7 aprile 2019 - 10:48

Bellezza, l’avvocato di Facebook che il M5S vorrebbe Garante della privacy

Consigliere giuridico al Mise con Di Maio, a luglio si era dimesso dallo studio legale da dove assisteva il gruppo di Zuckerberg

di Franco Stefanoni

Marco Bellezza (Ansa) Marco Bellezza (Ansa)
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Un avvocato esperto di hi-tech a lungo difensore di Facebook in Italia come prossimo Garante della privacy al posto di Antonello Soro. È questo che tra i Cinque Stelle si vorrebbe proporre quanto prima. Lui è Marco Bellezza, classe 1981, barese, ex studio legale Portolano Cavallo e attuale consigliere giuridico per le comunicazioni e l’innovazione digitale di Luigi Di Maio al ministero dello Sviluppo economico. Per il gruppo americano di Mark Zuckerberg, Bellezza in Italia ha seguito varie questioni, dalla direttiva sul copyright in discussione al Parlamento europeo al caso della morte di Tiziana Cantone, suicida dopo un linciaggio sui social. A Ivrea, ieri il nome di Bellezza è circolato durante Sum, la kermesse organizzata da Davide Casaleggio a tre anni dalla morte del padre Gianroberto. Il possibile candidato alla presidenza dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali andrebbe a sostituire l’attuale Garante per la privacy, Antonello Soro, ex parlamentare del Pd, in questi giorni finito al centro delle polemiche dei Cinque Stelle a causa della multa da 50 mila euro comminata alla piattaforma Rousseau accusata di non garantire né la segretezza né la sicurezza del voto degli iscritti ai 5Stelle. Ma Su Bellezza non mancano le polemiche. Da più parti sono stati sollevati dubbi su possibili conflitti d’interesse, a cominciare dall’attività legale di Bellezza schierato con Facebook contro la direttiva europea sul copyright, e, adesso, nell’eventualità che vada a presiedere l’autorità che protegge i dati personali degli italiani. In realtà, l’avvocato nello studio Portolano Cavallo risulta essere stato senior associate dal luglio 2011 all’aprile 2017, e counsel dall’aprile 2017 al luglio 2018. L’incarico al Mise è successivo. Più che di conflitti d’interesse, si potrebbe parlare di opportunità di scelta.

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