11 aprile 2019 - 22:43

Salvini prenota Roma: «Mi dicono, daje Matte’!». Ed è lite con Di Maio su chi lavora di più

L’ira di Raggi: «Magna tranquillo». Il leader M5S: «Noi più attivi di lui». La replica: «Nessuno se n’è accorto»

di Marco Cremonesi

Il vicepremier Matteo Salvini (Ansa) Il vicepremier Matteo Salvini (Ansa)
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Lo scambio di cannonate tra alleati parte al mattino presto riguardo a Roma, prosegue per tutto il giorno su famiglia, 25 aprile e rimpatri e si conclude con una fiammata da illuminare la notte. Con Luigi Di Maio che irride Matteo Salvini: «Lo sanno tutti che noi lavoriamo di più». Il leader leghista ufficialmente non risponde. Ma chi l’ha sentito così commenta: «Dicono che lavorano di più, ma gli italiani non se ne sono accorti. Oppure, come nel caso di Toninelli, se ne sono accorti anche troppo...». E lo «stesso vale per Virginia Raggi».

Al mattino, il leader leghista ammette che un pensierino per la guida della Capitale lo ha fatto: «Mi ha colpito sentirmi dire per strada quel “Daje Mattè, vieni a fare il sindaco”...». Certo, si schermisce: «Posso fare una cosa alla volta, faccio il ministro e spero di farlo bene». L’uscita non passa inosservata. Anche perché il ministro dell’Interno, nelle ultime settimane non ha risparmiato ironie sulla manutenzione di Roma da parte di Virginia Raggi. Ed è proprio lei che risponde sferzante: «A Roma si risponderebbe così: “Salvini magna tranquillo”». Dopo la sindaca, parte una raffica di dichiarazione da parte dei consiglieri comunali a 5 Stelle. Il capogruppo Giuliano Pacetti pubblica la foto del capo leghista che mangia un panino: «Matte’, ma che ce sei cascato? Se vede che nun conosci i romani. Te stavamo a cojonà, nun t’ha chiamato nessuno». Inevitabile l’hashtag #MatteMagnaSereno. E ancora: «Tojeteje er vino! — scrive Daniele Diaco — Matte’, bere romanella e magna’ cacio e pepe non significano sape’ fa’ er sindaco de Roma. Statte bono e pensa agli Interni».

A raffica si risponde con controraffica. Dalle linee leghiste il senatore William De Vecchis invita Raggi ad «alzarsi da tavola e a farsi un giro per la città», descritta minuziosamente come in stato di abbandono «doloso e deoloroso». Secondo il coordinatore della Lega in Lazio Francesco Zicchieri «sembra che Roma non abbia un sindaco», mentre Barbara Saltamartini punta diritta su Raggi: «A causa sua e della giunta questa è una città umiliata che merita al più presto l’impegno e la gestione di persone capaci».

Ma il match è direttamente tra i leader. Luigi Di Maio a Milano parla del 25 aprile: «Io lo festeggio, sto con i partigiani». Per poi aggiungere: «Io ho ben chiaro da che parte stare». Ma nel corso della giornata il fuoco stellato moltiplica i suoi bersagli. I temi etici ma anche quello che per Salvini è il tema dei temi, l’immigrazione. Con Giuseppe Brescia che dice di aspettarsi che «un membro del governo non dica bugie agli italiani» parlando di «inutile propaganda». Salvini scuote la testa: «Lo sapevo, andranno avanti così fino alle Europee... ». Ma anche i fratelli d’Italia sono sulle barricate. La Lega con il M5S ha bocciato la mozione del partito sull’aborto. Con Giorgia Meloni che chiede a Salvini «un chiarimento ufficiale».

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