13 febbraio 2019 - 15:57

Di Maio pronto a cambiare M5S:
«Proposte da votare su Rousseau»

L'autocritica del vicepremier: «Ci sono problemi di fondo. Dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio». Ipotesi alleanze a fine 2019

Di Maio pronto a cambiare M5S: «Proposte da votare su Rousseau»
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Una riflessione sulla sconfitta in Abruzzo e, soprattutto, l’annuncio di una svolta imminente che potrebbe cambiare il volto del Movimento. Luigi Di Maio rompe il silenzio e lo fa con un post sul blog. «Dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci», scrive analizzando il voto in Abruzzo, che ha visto un drammatico calo dei consensi per il suo partito. Poi lancia quella che si preannuncia come una vera e propria rivoluzione. «Nelle prossime settimane presenterò agli iscritti del MoVimento delle proposte da sottoporre a consultazioni online. Dobbiamo affrontare il tema dell'organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio». Le indiscrezioni parlano, appunto, di alleanze con le liste civiche già per fine 2019 (lo aveva ipotizzato alcuni mesi fa Max Bugani per le Regionali in Emilia Romagna) e dei referenti per aree tematiche (imprese, acqua, ambiente...).

Le vittorie mancate

Di Maio non nega che ci siano problemi da affrontare: «Dopo la Sicilia, dopo il Molise, dopo l'Abruzzo. Se non siamo riusciti a conquistare una regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l'anima nel territorio per anni e che hanno fatto l'impossibile,è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo. Che come MoVimento dobbiamo affrontare». Ma per lui, più che un problema di voti, c'è un discorso di nuove regole da decidere.

I risultati locali

Il vicepremier non è preoccupato rispetto all'elettorato e sottolinea: «Ogni volta che il M5S ottiene alle elezioni locali un risultato inferiore a quello delle politiche, c'è chi non parla d'altro che della sua fine imminente. Basta vedere i dati. Alle elezioni comunali di giugno 2017 abbiamo preso di media il 7,8%» e poi «il 33% alle politiche». E «a giugno 2018 abbiamo preso in media il 12% alle comunali. Quindi si mettano l'anima in pace perché non è così».

L'argine

In ogni caso, Di Maio non mette in discussione né il governo né, soprattutto, il ruolo dei Cinque Stelle all'interno di questo governo. «C'è chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il Governo. Questo finché ci sarò io non avverrà. I nostri iscritti hanno votato il contratto di Governo e io ho dato la mia parola agli italiani che si va fino in fondo. Questo Governo durerà 5 anni e ispirerà tanti altri governi europei. Il Movimento 5 Stelle oggi è l'unico argine a Berlusconi ministro della Giustizia o dell'Economia». A stretto giro la replica del vicepremier Matteo Salvini: «Il governo è forte e stabile: non ha bisogno di argini contro nessuno».

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