20 febbraio 2019 - 22:11

Il gelo di Salvini: mi disse Berlusconi di provare e certo io non mi fermo

Il ministro dell’Interno risponde alle critiche del leader di Forza Italia per l’alleanza con il Movimento 5 Stelle. «Non si smette a inizio lavoro per i sondaggi»

di Marco Cremonesi

Matteo Salvini con Silvio Berlusconi (Ansa) Matteo Salvini con Silvio Berlusconi (Ansa)
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«Mi hanno detto: piuttosto che andare di nuovo ad elezioni, vai e prova a fare il governo con i 5 Stelle. E io sono andato». Matteo sta attraversando la notte sarda in vista di un nuovo appuntamento elettorale a Carbonia. Racconta di come sia nato il «governo del cambiamento» perché Silvio Berlusconi, ospite di Otto e mezzo su La7 lo ha richiamato con qualche ruvidezza al vecchio centrodestra. E soprattutto sottolineando — durante il suo incontro con i parlamentari azzurri — che, prima ancora che con i 5 Stelle, il leader leghista «ha fatto un contratto con noi e con gli italiani».

E così, Salvini ricorda la nascita dell’esecutivo: «Io ricordo a Berlusconi che tutto è partito perché nessuno voleva andare a elezioni. Non ero io. Per me non sarebbe stato un problema, non ho mai avuto paura degli elettori». E così, prosegue il vicepremier, «una volta che il governo è partito io non lo fermo all’inizio del lavoro per i sondaggi o per i giornalisti... ». Semmai, si potrebbe considerare che il voto dei 5 Stelle sul no al processo per il ministro dell’Interno per i fatti della Diciotti, il governo lo abbia rafforzato. Matteo Salvini però non è d’accordo: «Ma no, non è che il governo avesse bisogno di essere rafforzato. Non è che quel voto c’entrasse col governo...». Salvini riparte nettissimo: «Noi stiamo lavorando con il massimo impegno alle proposte economiche, ad aprile ci sarà una scadenza importante (il Def), dobbiamo fare tutto il possibile per la riapertura dei cantieri chiusi, per il taglio della burocrazia... Questo è quello a cui stiamo pensando».

Insomma, il ministro dell’Interno non ha intenzione di incendiare le polveri. Nemmeno sulla vicenda della scomparsa della figlia dell’ex ambasciatore nordcoreano in Italia. Certo, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e i parlamentari stellati della commissione Esteri hanno chiamato in causa Salvini con rudezza: «Da parte di qualcuno c’era solo disinformazione — risponde secco Salvini —, il Viminale in questa vicenda non è mai intervenuto. Era questione dei ministeri degli Esteri dei due Paesi e la Farnesina mi ha garantito che era tutto chiarito e non c’è stato alcun tipo di irregolarità o illegalità». La lunga vita che Salvini prevede per il governo non significa che l’accordo con i 5 Stelle si trasformi in un’alleanza dopo (e tantomeno prima) le Europee: «Ma per piacere... Noi faremo un’iniziativa in marzo con coloro che già oggi sono nel nostro gruppo. Anzi, la buona notizia è che a quell’evento ci saranno tanti altri partiti da altri Stati». Ma non i 5 Stelle. A ogni modo, il gran finale di campagna elettorale in Sardegna non prevede appuntamenti di piazza comuni con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni: «Faremo la conferenza stampa, come già in Abruzzo e in Molise, ma i calendari ormai sono fissati».

Altro tema di giornata, la giustizia a orologeria. Il leader leghista nemmeno vuol sentirne parlare: «Il pensare che si arrestino delle persone in tempo per delle votazioni online o per l’orario dei telegiornali è aberrante. Che sia il Pd a sollevare il problema... Comunque, che ci fossero due pericolosi settantenni suona strano anche a me. Ma da sinistra mi dicono di rispettare sempre il lavoro dei magistrati, anche se quando indagano Salvini è sempre cosa buona e giusta. Mi auguro che gli arrestati tornino in libertà». Sabato il leader leghista sarà a Verona per il salone dei Trasporti e della Logistica: «Per dire che dobbiamo fare, realizzare le opere...». Anche la Tav? La mozione firmata dalla Lega con i 5 Stelle prevede che sia ridiscussa: «Il rispetto degli impegni presi è la strada giusta».

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