24 febbraio 2019 - 02:55

Elezioni regionali in Sardegna, alle 22 affluenza in crescita (53,75%)

Turno unico, senza ballottaggio. Scrutinio lunedì. Sul voto pesa l’incognita della rabbia dei pastori che protestano per il prezzo del latte

di Virginia Piccolillo

Elezioni regionali in Sardegna, alle 22 affluenza in crescita (53,75%)
shadow

Voto ad alta tensione in Sardegna. Sull’elezione regionale pesa l’incognita della rabbia dei pastori, strangolati dal prezzo troppo basso del latte. E si paventa un effetto diretto sul voto. Una prima conferma arriva dai dati dell’affluenza: in tutta l’isola alle 22 — la chiusura delle urne — ha votato il 53,75% degli elettori, con un aumento di 1,5 punti percentuali rispetto alla stessa ora alle Regionali del 2014. Quando aveva votato il 52,28 % degli aventi diritto.

Le regole. Turno unico, senza ballottaggio, ma con premio di maggioranza e con la possibilità di voto disgiunto. Verranno eletti, in totale, 60 consiglieri. La soglia di sbarramento è al 10% per le coalizioni e al 5% per le liste. Sette i candidati, tutti uomini. Nessuno del Pd. Il centrosinistra, che poteva contare sul governatore uscente, Francesco Pigliaru, sostiene Massimo Zedda, 43 anni, sindaco di Cagliari, prima esponente di Sel, poi nel Campo progressista di Pisapia. Con lui Dem, Liberi e uguali, +Europa e molte liste civiche.

Sulle ali della vittoria in Abruzzo, la coalizione di centrodestra punta su Christian Solinas, 42 anni, segretario del Partito sardo d’azione. Espressione del patto stilato dalla Lega con la formazione identitaria dell’isola, già dalle politiche (che gli è valso il posto in Senato con il Carroccio), Solinas ha il sostegno di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Con lui Matteo Salvini tenta di vincere la doppia sfida: rafforzare la leadership nel centrodestra, risalendo la popolarità di Silvio Berlusconi e il bis della vittoria sui 5 Stelle, dopo l’Abruzzo. A Francesco Desogus (M5S), 58 anni, dipendente pubblico, 450 preferenze nelle «regionarie», su 1.350 votanti, il compito gravoso di dimostrare che il Movimento a guida Di Maio non è in caduta libera.

In lizza anche Paolo Maninchedda, 57 anni, fondatore del Partito dei sardi, prima nella giunta Pigliaru; Mauro Pili, fondatore del movimento Unidos, che si presenta con la lista Sardi liberi; Andrea Murgia, 47 anni, funzionario della Commissione europea, sostenuto dalla coalizione indipendentista Autodeterminatzione e infine Vindice Lecis, giornalista sassarese, 61 anni, candidato di Sinistra sarda sostenuto da Rifondazione. Lo scrutinio inizierà domattina. E per Salvini sarà una «batosta» per il centrosinistra. Ma Paolo Gentiloni avverte: «La scelta è tra Massimo Zedda e Salvini. Un giovane e brillante amministratore sardo contro l’uomo mascherato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT