26 febbraio 2019 - 23:11

Letta: primarie oscurate, io ci sarò. Il Pd? Sia più duro con il Carroccio

L’ex premier per Zingaretti: il M5S sta distruggendo la voglia di novità della base

Letta: primarie oscurate, io ci sarò. Il Pd? Sia più duro con il Carroccio
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«Non ho sentito nessuno dei leader del Pd».

Nicola Zingaretti non le ha ancora fatto una telefonata?

«No, al momento sono fuori dalla politica di partito, anche se sono molto impegnato nella formazione dei giovani. La mia è una battaglia culturale».

Un attimo. Non sarà ai gazebo, domenica?

«Ci sarò e voterò per Zingaretti». Enrico Letta risponde da una libreria di Vimercate, dove ieri ha presentato il suo ultimo saggio, Ho imparato. Ha voglia di raccontare che il libro ha totalizzato su Instagram «un milione di interazioni» e che voterà alle primarie. Scelta non scontata per l’ex premier, che dopo il ribaltone a Palazzo Chigi non aveva più rinnovato la tessera del Pd. Ora torna all’impegno politico e lancia un appello alla mobilitazione: «È importante che le primarie siano partecipate».

Lei lo sa che verrà registrato nell’Albo degli elettori?

«È importante che tutti si mobilitino. Mi ha colpito trovare all’uscita del supermercato i militanti che volantinavano per i diversi candidati. Il crollo del M5S in Sardegna può aprire una finestra di visibilità alle primarie, finora oscurate».

Si aprono spazi nuovi per il centrosinistra?

«Sì, di fronte a questo vuoto il centrosinistra ha l’occasione perfetta per iniziare la rimonta. Le primarie sono il dna del Pd, sarebbe paradossale non approfittarne. Avevo detto che sarei rimasto spettatore. Invece, visto anche il risultato della Sardegna, penso che le primarie siano una grande occasione per il sistema. Il tracollo del M5S è stato tale che non è possibile interpretare la Sardegna come un voto locale. Penso che stiano pagando drammaticamente lo snaturamento del loro dna».

Sono a rimorchio di Salvini?

«Sembrano il più vecchio dei partiti, attaccato alla poltrona. L’aver graziato Salvini sui 49 milioni di finanziamento pubblico, il voto sulla Diciotti e la fine dei due mandati dimostrano come un movimento creativo e innovativo, la cui parabola ha stupito l’Europa, stia diventando una costola minore della Lega. È un paradosso e uno spreco e temo aumenterà la frustrazione di parte dell’elettorato».

Perché si cura del destino di Di Maio e compagni?

«Sono maggioranza relativa in questo Parlamento, non si può prescindere da loro. Grillo e i fondatori stanno distruggendo questa voglia di novità».

Cacciari sprona il Pd ad aprire ai temi del M5S. Condivide?

«Sì, anche se penso che il centrosinistra deve fare una battaglia culturale di programma e identità propria, non ragionamenti tattici sulle alleanze. Deve ritrovare una sintonia sentimentale con il Paese».

Anche Pisapia torna in campo...

«Un impegno di Pisapia è benvenuto e positivo, come il protagonismo di Calenda. È il momento di spingere sulle parole d’ordine di una rimonta. Lotta alla disuguaglianza, ambiente, istruzione. Il traguardo ora sono le primarie e un grande dibattito sull’alternativa da costruire».

Un nuovo partito?

«Liste e partiti sono questioni in cui adesso non voglio entrare».

Renzi ha detto che mai lei è stato in corsa per la presidenza del Consiglio Ue.

«Vedo che Renzi non fa altro che parlare di 5 anni fa. Io ho girato pagina e non si capisce perché lui non faccia lo stesso. Glielo consiglio caldamente, poi si sta meglio».

Si candida alle Europee?

«No, non mi candido».

Come giudica l’opposizione del Pd al governo?

«L’opposizione va fatta in modo efficace su tutto e su tutti. Vorrei che il Pd facesse una battaglia contro la legge del più forte che emerge dalla filosofia di Salvini, un ministro dell’Interno che è il primo a rompere le regole. Penso alla Diciotti, al silenzio elettorale violato e all’orribile, sconvolgente messaggio sull’uso delle armi».

Il Pd non fa argine?

«È stato poco incisivo su queste rotture della legalità. La divisa della Polizia in Parlamento è una cosa gravissima, ma ho visto una durezza adeguata solo contro Di Maio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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