2 gennaio 2019 - 10:53

Di Maio: «Nel 2019 taglio agli stipendi dei parlamentari». Ma Salvini: «Le priorità sono altre»

Il leader del M5S con Di Battista promette la riduzione, che però non viene menzionata esplicitamente nel contratto di governo. E la Lega: «Ora tagliamo tasse e legge Fornero, poi ci sarà la flat tax»

di Claudio Bozza

Di Maio: «Nel 2019 taglio agli stipendi dei parlamentari». Ma Salvini: «Le priorità sono altre»
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«Il 2019 sarà l’anno in cui vi regaleremo una bella legge che taglia gli stipendi a tutti i parlamentari». È la promessa fatta dal leader del M5S Luigi Di Maio, direttamente dalle piste da sci del Trentino con al fianco il «gemello diverso» Alessandro Di Battista. Una priorità, quindi. Soltanto che, consultando il contratto di governo siglato da M5S e Lega per sostenere l’esecutivo Conte, il «taglio degli stipendi dei parlamentari» non c’è. Viene menzionato genericamente il «taglio dei costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi». Di tagli, sempre nel contratto, si parla solo in merito alla «drastica riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori».

Ma Salvini: «Le priorità sono altre»

Il taglio degli stipendi di deputati e senatori non sembrano essere in cima all’agenda degli alleati della Lega. Tanto che il vicepremier Matteo Salvini, poco dopo l’affondo di Di Maio attraverso i social network, frena subito: «Giusto tagliare sprechi e spese inutili, è nel contratto di governo e lo faremo. Ma per la Lega le priorità degli italiani sono cose anche più concrete: avanti con il taglio delle tasse, estensione della Flat Tax e della pace fiscale, taglio della burocrazia e revisione del Codice degli Appalti, cancellazione definitiva della legge Fornero, approvazione dell’Autonomia e finalmente una legge nuova che garantisca il diritto alla legittima difesa». Un altro punto, quindi, su cui si annunciano scintille all’interno della maggioranza alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa natalizia.

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