4 gennaio 2019 - 22:47

Leoluca Orlando e lo scontro con Matteo Salvini: «Firmerò io stesso i certificati di residenza»

Il sindaco di Palermo non indietreggia sulla contestazione del decreto sicurezza

di Salvo Toscano

Leoluca Orlando e lo scontro con Matteo Salvini: «Firmerò io stesso i certificati di residenza»
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«Ho appreso della scelta del dirigente di aderire alla mia richiesta di sospensione. Qualcuno di questi atti lo firmerò io stesso come ufficiale di stato civile insieme con i dipendenti». Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando non indietreggia nella sfida lanciata al governo sul decreto sicurezza. E al Corriere dice di essere pronto a firmare in prima persona i certificati di residenza che l’anagrafe di Palermo potrebbe rilasciare ai richiedenti stranieri con permesso di soggiorno, contro il disposto del decreto di Matteo Salvini convertito in legge.

Il sindaco questa mattina, durante un partecipato sit-in in suo sostegno davanti al municipio, ha ribadito di voler portare il caso davanti alla Corte Costituzionale. Resta da capire come farlo, anche tutelando i dipendenti. Orlando ne ha parlato con l’avvocatura del Comune, in una riunione che proseguirà domani pomeriggio. «Stiamo studiando come adire la magistratura. Questo decreto è veramente inaccettabile ma io ovviamente voglio seguire una via istituzionale — spiega il sindaco, capofila della protesta dei primi cittadini —. Così come ho fatto dal 21 dicembre, quando il decreto è stato convertito e io ho subito inviato una nota protocollata agli uffici senza nemmeno fare un comunicato stampa. Chiedendo di sospendere l’applicazione per un’attenta valutazione». Ieri, il dirigente dei servizi al cittadino del Comune ha scritto agli uffici dell’anagrafe allegando la direttiva del sindaco e disponendo di adeguarsi a essa. Per sollevare il caso davanti alla Consulta serve però che si instauri un giudizio. E Orlando vorrebbe sollevare il giudice civile.

Venerdì c’è stato spazio anche per un piccolo giallo. Un’agenzia ha scritto di una visita di agenti della Digos all’anagrafe. Ma la Questura poco dopo ha smentito la notizia. Così come ha fatto con una nota lo stesso sindaco, citando i dirigenti dell’ufficio. In mattinata, mentre all’esterno di Palazzo delle Aquile si teneva il sit-in a cui hanno preso parte anche esponenti del centrosinistra, del sindacato e dell’associazionismo, all’interno l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice celebrava la messa di inizio anno. Durante la quale si è letta una preghiera con un riferimento a «decreti disumani» davanti ai quali non si può «rimanere in silenzio». Assenti alla cerimonia prefetto e vertici delle forze dell’ordine. Hanno tutti mandato un delegato. Orlando sul punto risponde così: «Le assenze? Ero talmente commosso per le cose che ha detto don Corrado che non mi sono posto il problema. Alla fine della messa io e l’arcivescovo ci siamo abbracciati con i lucciconi».

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