5 gennaio 2019 - 23:48

Migranti, lite Salvini-vescovi su «Sea Watch». Sicurezza, Rossi ricorre alla Consulta

Restano le distanze nel governo sull’accoglienza dei profughi bloccati sulla nave al largo di Malta. In campo anche Fico: «Bene Luigi»

di Fabrizio Caccia

Migranti, lite  Salvini-vescovi su «Sea Watch». Sicurezza, Rossi ricorre alla Consulta
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«Sui migranti continueremo a fare quello che abbiamo cominciato a fare dal 2018», taglia corto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al termine di un’altra giornata complicata. Porti chiusi, dunque. Così, con i 49 profughi ancora in alto mare a bordo delle navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye, anche la Chiesa italiana ieri è intervenuta sulla questione: «Chi si tira indietro non ha la coscienza a posto», il monito rivolto al nostro governo da monsignor Guerino Di Tora, presidente della commissione per le migrazioni della Cei. Pronta la risposta dello stesso Salvini: «Ho visto che la Cei ha invitato ad accogliere. Io penso che bisogna prima di tutto pensare agli italiani...».

La sfida di sindaci e Regioni

Ma più in generale è il decreto sicurezza a tenere banco. E dopo i «sindaci disobbedienti», da Orlando a de Magistris, ora sono le Regioni «rosse» a lanciare la sfida all’esecutivo: già domani mattina, ha annunciato il governatore Enrico Rossi, la giunta della Toscana approverà la delibera sul ricorso da presentare alla Corte costituzionale contro l’articolo 13 del decreto, quello che impedisce l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo. «Una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone», ha chiosato Rossi. La Toscana dunque farà da apripista, ma anche il Piemonte di Sergio Chiamparino sta valutando il ricorso alla Consulta e di certo seguiranno la Calabria (contro un provvedimento che nega «diritti fondamentali» ai migranti regolari, come sostiene il presidente Mario Oliverio) e probabilmente anche l’Umbria, dove — dice la presidente della Regione, Catiuscia Marini — si garantiranno l’accesso alle cure e all’assistenza sanitaria per tutti.

Le accuse alla Ue

Anche la risposta a Rossi, come quella alla Cei, però non si è fatta attendere: «Ci sono 119 mila toscani in condizioni di povertà assoluta, si contano quasi 22 mila domande per una casa popolare eppure il governatore straparla della legge sicurezza — queste le parole di Matteo Salvini —. Lui pensa ai clandestini, noi agli italiani». L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che già due giorni fa aveva accennato alla possibilità di accogliere in Italia le donne e i bambini ancora sulle navi Ong al largo di Malta (posizione condivisa con il premier Conte) ieri lo ha ribadito, attaccando l’Europa: «La Ue mette la testa sotto la sabbia, Malta non fa il suo dovere. Nessun bimbo dev’essere lasciato in mezzo al mare. Rispetto a questo disimpegno ignobile, l’Italia deve dare una lezione d’umanità a tutta l’Europa». Parole molto apprezzate dal presidente della Camera, Roberto Fico, che rappresenta l’anima M5S più sensibile verso certi temi: «Un segnale importante e ne sono contento — ha detto Fico —. Allo stesso modo, però, credo che l’Italia non debba essere lasciata sola, così come nessun altro Paese debba essere lasciato solo a gestire questioni così complesse». In attesa di una risposta corale dell’Ue, ieri gli unici segnali per i profughi a bordo delle due navi Ong sono arrivati da Berlino: «La Germania è pronta all’accoglienza — ha detto un portavoce del governo tedesco — purché nell’ambito di un’ampia soluzione di suddivisione europea». Ecco, appunto.

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