9 gennaio 2019 - 13:04

Europee, Martina (Pd): «Sindaci anti-Salvini candidati? Perché no?»

Il candidato alla segreteria del Pd propone di rilanciare il ruolo dei sindaci che si sono schierati contro Salvini sul decreto sicurezza

di Valentina Santarpia

Europee,  Martina (Pd): «Sindaci anti-Salvini candidati? Perché no?»
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I sindaci? «Vanno sempre ascoltati, perché conoscono le esigenze del territorio». E possono diventare una risorsa importante in politica: anche candidandoli alle Europee per il Pd o il fronte progressista? «Perché no», risponde Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd, a #Corrierelive, in diretta su Corriere.it. Per Martina va rilanciato il ruolo dei primi cittadini, che, dopo la «ribellione» al decreto sicurezza, hanno dimostrato di poter essere un fronte compatto per arginare una deriva in cui «vince chi urla». «Ovviamente vanno fatti i dovuti distinguo», perché non tutti i sindaci sono uguali e non pongono tutti le stesse problematiche: ma se si sposta «il dibattito dalla campagna dei partiti al merito delle questioni poste dai sindaci», secondo Martina, si va nella direzione giusta.

Salvini e Di Maio? Due facce dello stesso problema

Il leader Pd, che fino a qualche mese fa ha retto il partito dopo le dimissioni di Renzi, dice di essere preoccupato per l’Italia: «Voglio giudicare il merito dei provvedimenti, volta per volta, ma mi accorgo che Di Maio e Salvini sono due facce dello stesso problema. Anche se Salvini traina verso un governo a trazione destra», usano entrambi «toni pericolosi», e dimostrano un’incoerenza di comportamenti, dalle stranezze della manovra al caso Carige. C’è il rischio che il Pd, nell’inseguirli, possa grillizzarsi? Martina non lo vede, anzi: «Ogni giorno dobbiamo costruire un’alternativa chiara, una politica di rappresentanza, che non si omologhi al vince chi urla, che faccia i fatti, non le parole: bene Conte che dice che andrà a prendere donne e bambini in mezzo al mare con un aereo, ma aspettiamo che lo faccia. Siamo stanchi di proclami». Per Martina, sui migranti, «si devono abrogare la Bossi Fini e il decreto Salvini. Gli esperti ci dicono che gli effetti pratici saranno 5mila persone irregolari in più al mese. Si può e si deve ragionare in termini diversi e non minacciare i sindaci critici».

Accordo con M5S? «Non c’erano e non ci sono le condizioni»

E per chi ancora pensa che possa essere possibile un accordo del Pd con i Cinque Stelle, Martina smentisce qualsiasi ipotesi di alleanza, sia passata che futura. «Escludo categoricamente un cambio di maggioranza (con accordo Pd-M5S, ndr), anche per quanto successo in questi mesi di governo. Il M5S ha bevuto le peggiori scelte del governoa». «Non c’erano le condizioni allora e non ci sono adesso», dice Martina. Nicola Zingaretti, antagonista per la segreteria, potrebbe pensarci in caso di vittoria al congresso? «Non lo so, lo escludo, l’ha escluso lui, su questo non ci deve essere ambiguità. Smeriglio (braccio destro Zingaretti, ndr) ha abbozzato qualche scenario, Zingaretti ha smentito. In caso di caduta del governo per me si deve andare al voto».

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