22 gennaio 2019 - 11:30

Nuova statale 106 jonica, proteste in Calabria: «M5S non la voleva, ora Toninelli ha detto sì»

Si tratta di 38 km per un costo di 1,3 miliardi. Collegherebbe due tratti di un’infrastruttura oggi lunga 406 km tra Calabria, Basilicata e Puglia, nota come «strada della morte»

di Franco Stefanoni

Danilo Toninelli (Ansa) Danilo Toninelli (Ansa)
shadow

Come è accaduto con altre grandi opere, come la Tav in Piemonte, il terzo valico sulla Milano-Genova o la Tap in Puglia, anche in Calabria sta scoppiando il malcontento nei confronti di M5S in passato a sostegno del no ai lavori e successivamente di opinione opposta. Nello specifico si tratta della strada statale 106 jonica, nell’Alto Jonio calabrese (nota come «strada della morte», per l’alto numero di incidenti). Oggi attraversa un territorio di 491 chilometri distesi tra Calabria, Basilicata e Puglia. Si tratta di costruire un collegamento di 38 chilometri, del valore di 1,3 miliardi, che unirebbe Sibari a Roseto Capo Spulico (Cosenza), con gallerie, ponti, viadotti e svincoli. Danilo Toninelli, ministro M5S dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha incluso l’opera tra quelle da realizzare, anche se un tempo il Movimento la osteggiava. La questione non è tanto farla in sé, spiegano i comitati di cittadini preoccupati per la sua realizzazione, quanto come e dove farla, in modo considerato più o meno invasivo. I cantieri sarebbero pronti a partire, dopo molti anni di attese per autorizzazioni tecniche e burocratiche e rinvii. L’associazione Raspa, che si batte contro il progetto di ampliare la statale 106, alla Stampa ha detto: «Il piano del ministero prevede di costruire una strada più a monte parallela a quella esistente che a sua volta è parallela a un’altra sul mare. Una triplicazione indifferente al consumo del suolo, allo sfregio paesaggistico e delle colture». Raspa e altre organizzazioni locali ricordano il M5S che prometteva di bloccare o rivedere il progetto. Qualcuno ricorda come il senatore grillino Nicola Morra, ora alla guida della Commissione antimafia, avesse chiesto di rivedere l’opera. C’è anche chi, come Rinaldo Chidichimo, dg di Confagricoltura, che ha costituito un comitato e ha inviato un dossier a Marco Ponti, consulente di Toninelli, per sperare in una nuova valutazione. Ma risposte finora non ne ha avute.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT