26 gennaio 2019 - 23:07

Pd, Zingaretti in testa nei circoli. Pranzo con Prodi: l’Ue torni centrale

I dati parziali, governatore al 51%. Martina al 32,6%, Giachetti 12,2%, Boccia 2,9% Corallo 0,8, Saladino 0,7%. Calenda: non farò da paravento all’allargamento

di Giuseppe Alberto Falci

Pd, Zingaretti in testa nei circoli. Pranzo con Prodi: l’Ue torni centrale
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Non c’è ancora un vero e proprio endorsement ma l’incontro tra Romano Prodi e Nicola Zingaretti è destinato a scuotere la corsa per la segreteria del Pd. Ieri, lontani da occhi indiscreti, il padre fondatore dell’Ulivo e il governatore del Lazio si sono visti a Bologna, a casa del Professore, a pochi passi da piazza Santo Stefano. Un pranzo di lavoro durato più di due ore nel corso del quale Prodi e Zingaretti si sarebbero confrontati sul destino dell’Europa «che deve tornare protagonista», sul destino dell’Italia, non perdendo di vista la costruzione di un’alternativa alle destre populiste e sovraniste. I due si conoscono da diversi anni, si stimano reciprocamente e hanno una comune visione dell’Europa e del centrosinistra unito e allargato. Non a caso, fanno notare, nel 2004 Zingaretti è stato il capo delegazione a Bruxelles di Uniti nell’Ulivo nel Pse, la creatura del professore che ottenne il 31% dei consensi, risultando la lista più votata. Ed entrambi poi condividono anche la stessa preoccupazione: la partecipazione alle primarie sarà la prima tappa «per riscoprire tutti insieme un percorso comune e cambiare così il destino».

Zingaretti: «Un bel segnale»

Quanto al congresso del Pd, si aspettano i dati ufficiali delle Convenzioni dei circoli che martedì dovrebbero essere diffusi dalla commissione di garanzia. I dati parziali con oltre 136 mila iscritti fotografano una partita che registra Zingaretti al 50,8%, Martina al 32,6%, Giachetti 12,2%, Boccia 2,9% Corallo 0,8, Saladino 0,7%. Sarà possibile votare ancora entro oggi ma in alcune regioni del Sud le convenzioni dei circoli procedono al ralenti. Ad esempio, in Sicilia mancherebbero all’appello i dati di quattro province: Siracusa, Palermo, Trapani ed Enna. E in quest’ultima non si dovrebbe addirittura votare. Intanto Zingaretti osserva i primi dati e incassa il risultato, seppur parziale: «Dal congresso sta venendo un bel segnale per me di affermazione in tutto il Paese, dal Nord al Sud, questo mi fa piacere». Poi il governatore si ferma e guarda avanti: «Ora uniti — scandisce — dobbiamo chiedere all’Italia di mobilitarsi e di venire ai gazebo il 3 marzo».

Martina crede nella remuntada

Dall’altra parte, il segretario uscente Maurizio Martina non si arrende. E dalla Capitale nel corso di un incontro cui ha preso parte anche Don Mazzi lancia la sfida a Zingaretti: «Possiamo vincere. Dobbiamo vincere. Siamo la mozione dell’unità. Al tempo dei muri la nostra idea deve essere quella di una comunità forte, dove i legami sociali diventano la protezione delle persone». Martina crede nella remuntada e scalda i motori, martedì a Milano parteciperà a un evento «Cambiare l’Europa, cambiare l’Italia» con Sala e l’ex ministro Calenda. E fa sapere che il 2 marzo, giorno della chiusura delle campagna per le primarie, sarà a Ventotene, luogo simbolo perché ricorda il manifesto Per un’Europa libera e unita redatto da Altiero Spinelli. Intanto Carlo Calenda, ospite del congresso di Più Europa e promotore di un manifesto unitario di stampo europeista e antisovranista, avvisa il Nazareno: «Se il Pd non è d’accordo fino in fondo, io non farò da paravento per un’operazione di allargamento del Pd».

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