30 gennaio 2019 - 22:02

Giarrusso: «Non è in gioco l’immunità del ministro dell’Interno, ma l’azione dell’esecutivo»

Il senatore M5S in Giunta: «Stiamo studiando». «Una volta che riceveremo gli atti, ne parleremo di nuovo con Di Maio e poi informeremo gli altri colleghi»

di Emanuele Buzzi

Mario Giarrusso (Imagoeconomica) Mario Giarrusso (Imagoeconomica)
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Mario Giarrusso, membro M5S della giunta per le autorizzazioni a Palazzo Madama, tenta di sciogliere la tensione quando gli si chiede cosa ha deciso di votare il Movimento sul caso Salvini. La situazione è ancora ingarbugliata. Poi il senatore precisa: «Il primo punto è capire cosa stiamo votando. Non si tratta di una immunità parlamentare disciplinata dall’articolo 68 della Carta, ma di un altro tipo di guarentigia prevista dall’articolo 96 e che riguarda l’attività del governo».

Sì, scusi, ma intanto è sempre una questione politica che vi sta lacerando...
«Si tratta di politica con la p maiuscola. Noi dobbiamo rispondere al quesito che il Tribunale dei ministri ha posto al Senato. Il quesito è: il ministro dell’Interno ha agito a tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, cioè per il perseguimento di un preminente interesse pubblico? Oppure no? È un caso senza precedenti. Non stiamo parlando di singoli, gruppi o partiti. Stiamo valutando l’azione di governo, non quella di Salvini».

Roberta Lombardi però dice che salvarlo costerà caro al Movimento. Che farete?
«Sa, prima ho parlato con Carlo Sibilia (si era espresso a favore dell’autorizzazione, ndr) che mi ha detto di non avere ovviamente tutte le informazioni che ho io dal momento che sono in Giunta. Dobbiamo prima esaminare gli atti che ci invieranno sia il premier sia il ministro dell’Interno. Poi valuteremo insieme a Luigi Di Maio».

Non teme che difendere Salvini possa provocare lacerazioni insanabili?
«Non tocca a me fare valutazioni in questo senso, le farà il capo politico».

Ma vi vedrete? Lascerete libertà di coscienza?
«Una riunione sicuramente dovrà essere fatta. Di sicuro una volta che noi della Giunta riceveremo gli atti, ne parleremo di nuovo con Di Maio e poi informeremo gli altri colleghi della decisione presa. Il Movimento comunque voterà compatto: è una scelta politica, collegiale».

Lei in passato è stato molto critico con Forza Italia: come si sente a rischiare di dover votare come loro?
«Il Pd ha annunciato che voterà per l’autorizzazione a procedere, Forza Italia contro: comunque vada ci toccano compagnie di cui non condividiamo il percorso politico. L’importante è che sia chiaro che stiamo valutando se vi sia interesse nazionale o meno in questa vicenda»

Sì, però lei ha parlato anche di retromarcia di Salvini. Alcuni esponenti del Movimento avevano appoggiato in un primo momento il sì all’autorizzazione. Vi siete sbagliati?
«Noi della Giunta eravamo ben consci della situazione e non ci siamo espressi in questo modo. Poi è chiaro che se una persona fa intendere che vuole essere processato, che cosa vuole che si dica?».

Per lei Salvini ha agito nell’interesse nazionale?
«Guardi, io sono capogruppo del Movimento nella Giunta: qualsiasi cosa dica può avere un peso. Invece il mio punto di vista non è rilevante e non deve esserlo: preferisco non esprimermi».

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