29 maggio 2019 - 20:52

Salvini vuole andare avanti (senza Toninelli, Trenta e Costa). E va all’attacco di Lerner

E il vicepremier leghista: «Non dovrebbe condurre in Rai. Chiederò quanto costa il suo programma e quale giro di business avrà»

di Marco Cremonesi

Salvini vuole andare avanti (senza Toninelli, Trenta e Costa). E va all'attacco di Lerner
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«Si va avanti» con il governo e si rispetta «il momento complicato» dei 5 Stelle. Matteo Salvini ieri mattina lo ha detto al premier Giuseppe Conte, con cui concorda anche la data del Consiglio dei ministri per lunedì. E lo ripete. Ma è la vigilia del giorno più lungo del governo gialloblu: oggi la piattaforma Rousseau si pronuncerà su Luigi Di Maio, oggi arriverà la sentenza del Tribunale di Genova su Edoardo Rixi, il viceministro leghista accusato di peculato. Nel suo Facebook Live serale dalla terrazza di casa, Salvini spiega che «gli italiani non mi pagano lo stipendio per rispondere a Grillo o a Renzi». Però, nel «si va avanti» di Salvini sono contenuti alcuni sottintesi. Il primo qualcuno lo traduce così: «Se prevale la linea di Di Battista il governo chiude». Per proseguire, occorre «realizzare tutto quanto gli italiani si aspettano». Spiega un leghista: «Come è possibile andare avanti con un ministro come Toninelli che contrassegnato la sua attività in opposizione alla Tav?».

Lo stesso vale «per Elisabetta Trenta o per Sergio Costa, che non hanno mai smesso di frenare sull’azione di governo». Qualcuno si spinge anche a parlare di Tria che, giusto questa mattina incontrerà Salvini per parlare della lettera arrivata dall’Ue. Ma Salvini nemmeno vuol sentir dire la parola «rimpasto»: «Non m’interessa, roba da Prima repubblica. Dobbiamo solo cambiare il passo». L’altro nodo di giornata è appunto il viceministro Rixi. Salvini rifiuta di parlare dell’argomento «prima che ci sia qualcosa da dire» e nell’incontro di ieri con i suoi parlamentari ed eurodeputati raccomanda a tutti di rispondere la stessa cosa. La vicenda è insidiosa. Nel contratto di governo è esplicitamente prevista l’incompatibilità con il governo di quanti «abbiano riportato condanne penali, anche non definitive».

I leghisti ricordano di malumore che «Armando Siri era solo indagato» e questo potrebbe essere fatto pesare. Ma resta il fatto che il 100% dei salviniani interpellati dice la stessa cosa: «Edoardo è uno di noi. Se vedesse che la sua posizione crea problemi alla Lega e al governo sarebbe pronto alle dimissioni». Ma ieri è stato il giorno anche dell’attacco diritto di Salvini a Fabrizio Salini: «Amico amministratore delegato, ma è Gad Lerner la Rai del cambiamento?». Un riferimento alla trasmissione che il giornalista condurrà su Rai 3. Il segretario pd Nicola Zingaretti parla di «pessimo odore dell’arroganza del potere». Ma la sortita del vicepremier non è improvvisata. Il segretario leghista della Vigilanza Rai, Massimiliano Capitanio, ieri ha depositato un quesito in cui si chiede «numero e importo» dei contratti Rai con la società di produzione Stand by me. Di cui dal gennaio 2018 Salini è stato direttore generale. Ma il leader leghista vuole governare: «Maggioranze con gli Scilipoti di turno non ne faccio: la maggioranza se c’è è questa. E per me, c’è». Per poi sottrarsi a illazioni sulla data del 15 luglio, l’ultima utile per votare in settembre: «L’unica segnata è il 27 luglio, compleanno della mia fidanzata».

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