13 marzo 2019 - 21:58

Autonomia al rallentatore
Salta l’audizione del Mef

Il ministro dell’Economia Tria e la Ragioneria generale danno forfait in ParlamentoRinviata la seduta della Bicamerale per il federalismo fiscale. Il nodo delle coperture

di Dino Martirano

Autonomia al rallentatore Salta l’audizione del Mef
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La sconvocazione della seduta commissione bicamerale sull’attuazione del federalismo fiscale è arrivata all’ultimo minuto: «L’audizione del dottor Salvatore Bilardo, dirigente generale della Ragioneria dello Stato, prevista per mercoledì 13 marzo, non avrà luogo». Inoltre, lunedì era stato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, «a causa di sopravvenuti impegni internazionali», a dare forfait davanti all’organismo bicamerale presieduto dal super salviniano Cristian Invernizzi. E ancora, tornando indietro con il calendario, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti faceva sapere a febbraio che non avrebbe potuto essere audito a San Macuto il 7 marzo, così come informalmente fissato dall’ufficio di presidenza.

C0sì — a un mese dal consiglio dei Ministri in cui sono partite a fatica sotto forma dibozze le intese tra il governo e le prime due Regioni che hanno chiesto l’autonomia differenziata — il Parlamento continua ad essere marginalizzato nel suo ruolo di «controllore» della finanza pubblica e dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni. «Per ora è saltata la madre di tutte le audizioni», osserva il vicepresidente della bicamerale Vincenzo Presutto (M5S): «Quella del ministro Tria, che avrebbe dovuto fornire risposte sulla copertura finanziaria della’autonomia differenziata».

La ministra per gli Affari Regionali, Erika Stefani (Lega), ha ribadito davanti alla commissione che l’acquisizione di funzioni da parte delle Regioni che lo hanno richiesto (dietro a Lombardia e Veneto, ci sono Emilia e Piemonte) è «a saldo zero». Ma il Mef sembra avere dubbi sull’assenza dei costi per l’autonomia differenziata: «Non è chiaro se l’eventuale maggiore onere conseguente all’applicazione delle intese sia a carico delle rimanenti Regioni (con possibilità di ricorsi) o della fiscalità generale (con la necessità di «rinvenire le coperture finanziarie», si legge nella nota inviata alla bicamerale da Francesca Quadri (capo coordinamento legislativo del’Economia).

Il governatore Vincenzo De Luca, che pure si è messo in fila per l’intesa governo-Campania, ha dipinto uno scenario apocalittico: «Siamo arrivati a un passo dal disastro, bloccando un’operazione che avrebbe trasferito 6 miliardi dall’Italia al Veneto». Nel governo poi il M5S continua a remare contro: «L’autonomia non è una priorità, prima ci sono cantieri e lavoro», avverte il sottosegretario Stefano Buffagni. «Può dire quello che vuole ma per Salvini l’autonomia è una priorità», replica il governatore della Lombardia Attilio Fontana che è atteso per il 27 marzo in Bicamerale. In attesa che i presidenti di Camera e Senato sciolgano il nodo sulla emendabilità in Parlamento delle intese governo-regioni.

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