18 marzo 2019 - 16:30

Pd, la resistenza degli ultras renziani (in contropiede su Gentiloni)

Da Boschi e Bonifazi sì al nuovo presidente del partito. Ma gli altri ortodossi Giachetti, Ascani, Nobili, Scalfarotto, Gozi e Anzaldi si sono astenuti: pronti come minoranza intransigente

di Claudio Bozza

Pd, la resistenza degli ultras renziani (in contropiede su Gentiloni) Da in altro a sinistra, in senso orario: Roberto Giachetti, Anna Ascani, Luciano Nobili, Ivan Scalfarotto, Sandro Gozi e Michele Anzaldi
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Talmente renziani che, alla fine, sono andati pure contro le indicazioni dello stesso ex leader: «Paolo Gentiloni presidente del Pd? Qualsiasi nome proporrà Zingaretti, lo appoggerò», aveva detto Matteo Renzi nell’ultima intervista al Corriere. Ma all’assemblea di domenica, che ha incoronato il nuovo segretario Nicola Zingaretti ed eletto presidente Gentiloni, un’ampia fetta di delegati dell’assemblea si è astenuta sulla votazione di quest’ultimo. La truppa dei renziani intransigenti, pallottoliere alla mano, è capitanata da: Roberto Giachetti e dalla sua vice aspirante segretaria Anna Ascani, oltre a Michele Anzaldi, Sandro Gozi, Ivan Scalfarotto e Luciano Nobili. Per rendere meglio l’idea, i due scudieri renziani Maria Elena Boschi e l’ex tesoriere Francesco Bonifazi hanno votato Gentiloni presidente del partito pur avendo votato per Giachetti alle primarie.

I figli politici di Gentiloni, ora in contropiede

Altro punto curioso, in questa vicenda, è che almeno tre di questi sono figli politici di Gentiloni: Anzaldi (già braccio destro di Rutelli), Giachetti e Nobili. Una mossa, quella della «resistenza» in assemblea nonostante l’esordio unitario di Zingaretti, con un messaggio preciso: posizionarsi come minoranza intransigente prepararsi alla battaglia interna rispetto allo spettro di «un ritorno all’indietro, ai tempi dei Ds o peggio ancora del Pds» come teme più di uno di questi «ribelli». «Non votare Gentiloni presidente (qui il suo saluto d’esordio, che rimanda al Pci) non è un atto ostile, è la libera dialettica di un partito — ha detto Giachetti —. Gentiloni, che è come un fratello per me, non è stato terzo nella campagna per le primarie, ha appoggiato Zingaretti, se fosse stato `terzo´ non avrei avuto problemi a votarlo. Ma ciò non vuol dire che bombarderemo la nuova dirigenza».

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