19 marzo 2019 - 22:20

A Verona il Congresso delle Famiglie. La ministra di Orbán e il prete russo. Ospiti (e anime) del summit pro-life

Sul palco anche il presidente moldavo e i vertici Usa dell’associazione. Si parlerà di bellezza del matrimonio e di diritti dei bambini, della salute e della dignità della donna

di Alessandra Arachi

In alto da sinistra, Alexey Komov, Allan Carlson, Dmitri Smirnov, Igor Dodon e Katalin Novak
shadow

Saranno Brian Brown e Allan Carlson a inaugurare venerdì 29 marzo il Congresso mondiale delle famiglie a Verona. Del resto, chi meglio di loro che ricoprono rispettivamente la carica di presidente e di segretario internazionale del Wcf, acronimo inglese per definire il Congresso mondiale delle famiglie? Avvocato il primo, studioso di storia il secondo, che nel 1988 lavorò con Reagan. Ancora non sappiamo cosa diranno i due per aprire l’incontro, sappiamo però quali sono i pilastri su cui si fonda il Wcf che tutti e due hanno contribuito a fondare e a propugnare in giro per il mondo: l’opposizione al matrimonio omosessuale, all’aborto, alla pornografia.

Pulsioni gay «riparabili» e aborto «cannibale». Chi sono i relatori stranieri al Congresso delle Famiglie di Verona
Il Congresso a Verona, con il patrocinio di Palazzo Chigi

Temi generici

Per adesso non si sa molto di più: «Aspettate l’evento per sapere i temi di discussione», dicono gli organizzatori. E in fondo basterebbe un’occhiata al programma del primo Congresso mondiale delle famiglie — a Praga, nel 1997 — per capire che è inutile cercare un programma di questa prossima edizione, la tredicesima, a Verona. Nei programmi che ci sono si possono trovare i nomi dei relatori, ma non gli argomenti dei loro singoli interventi. Sono enunciati soltanto temi assai generici: o, meglio, i titoli dei workshop, come li definiscono gli stessi organizzatori. Per capire: sappiamo che dal 29 al 31 marzo al Congresso di Verona si parlerà di bellezza del matrimonio e di diritti dei bambini, della donna nella storia e della salute e della dignità della donna, della crescita e della crisi demografica, della tutela giuridica della vita e della famiglia, delle politiche aziendali per la famiglia e per la natalità.

«Accuse infamanti»

I nomi dei relatori, quelli sì che sono noti: nella giornata inaugurale parlerà anche Igor Dodon, il presidente moldavo che l’anno scorso ha ospitato il Congresso nel 2018, prima che la Corte costituzionale lo sospendesse dalle sue funzioni di presidente perché non aveva voluto firmato le leggi approvate dal suo Parlamento. In pole positionanche l’intervento di Katalin Novák, ministra della famiglia ungherese con Alexey Komov, ambasciatore russo del Wfc e Dimitri Smirnov, arciprete ortodosso russo. Nella giornata inaugurale ci sarà il nostro ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, lui che questo Congresso a Verona ha fortemente voluto, con il vicepremier Matteo Salvini, che farà la sua relazione poco dopo l’intervento di un altro ministro leghista, quello dell’Istruzione Marco Bussetti, e di quello del fondatore del Family Day Massimo Gandolfini. È voluta correre sul palco di Verona anche Giorgia Meloni, il suo intervento è in programma sabato, dopo Salvini. Sempre sabato ci sarà un nutrito panel guidato dall’attivista nigeriana Theresa Okafor: si è molto polemizzato su di lei in questi giorni, si è detto che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso,e gli organizzatori italiani del Congresso — Antonio Brandi e Jacopo Coghe — hanno definito «diffamanti» queste accuse, anche se non hanno spiegato come conciliare il pensiero del Congresso italiano con quello statunitense che tra i pilastri fondanti ha proprio la lotta al matrimonio omosessuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT