23 marzo 2019 - 22:28

Salvini alla Cina preferisce
Confcommercio: «Io in jeans e smanicato? Look da agriturismo»

Il vicepremier parla di Iva e di chiusure domenicali. E di Europa: «È diventata un incubo. Saremo noi, che venivamo accusati di volerla distruggere, a salvarla cambiandola»

di Cesare Zapperi

Matteo Salvini (LaPresse)
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Cernobbio (Como) Stavolta non indossa la divisa, ma nemmeno la giacca e cravatta da rigida etichetta di un luogo austero come Villa d’Este. «Ho un look da agriturismo, lo so — spiega Matteo Salvini abbassando gli occhi su jeans e piumino smanicato — ma il sabato è una giornata dedicata ai figli, che più tardi porterò in Valtellina. Ho fatto questa eccezione per Carlo». Carlo è Sangalli, naturalmente, il navigato presidente di Confcommercio che accoglie il ministro dell’Interno con grande familiarità, chiamandolo ripetutamente per nome come a farlo sentire a casa propria in un ambiente dove pure fino a non molto tempo fa era guardato con occhi diversi. L’illustre ospite mostra di esserne consapevole, lo considera una prova del consenso a suo favore in crescita, e dedica una mattina in riva al lago di Como per dire alla platea dei rappresentanti dei commercianti esattamente quel che volevano sentire sui temi a loro cari (Iva e chiusure domenicali, su tutto). Ma Salvini non si sottrae a nessuno degli argomenti dell’agenda politica e distilla considerazioni, battute, stoccate e sorrisi ad ampio raggio.

«A Verona ci andrò»

Sull’Europa, anzitutto. «È diventata un incubo. Saremo noi, che venivamo accusati di volerla distruggere, a salvarla cambiandola» assicura. Il rimando immediato è alla proposta lanciata da Romano Prodi. «Esporre la bandiera dell’Europa? Io ho messo fuori quella del Milan», ribatte sardonico. Non va meglio al presidente francese Emanuel Macron: «Dice che non ha tempo da perdere con noi, ma lo perderà con i francesi che hanno molti problemi che lui non ha risolto». Sul governo Conte, il vicepremier leghista assicura che «durerà a lungo, fosse per me fino alla fine della legislatura». La maggioranza è sempre più risicata in Senato? «L’importante è il risultato finale», abbozza sorridendo. Si affretta a smentire di temere la concorrenza di una eventuale Lista Conte alle ormai prossime elezioni europee («È comunque espressione dei 5 Stelle») e ai colleghi pentastellati che in tema di sicurezza invitano a guardare esperienze straniere ribatte secco: «Tutti possono dire la loro e non mi sottraggo ai consigli. Ma mi tengo stretto il modello italiano». A chi mostra preoccupazione per il calo del Pil e la recessione alle porte, Salvini oppone un allarme su un fronte che, dice, «è sociale, ma con risvolti economici». «Il nostro Paese accusa da decenni un costante calo demografico, l’ultimo anno è stato il peggiore. Dobbiamo invertire la tendenza». È l’appiglio per l’ultima sottolineatura di giornata sul tema del contestato congresso di Verona: «Ci andrò, ma stiano tutti tranquilli. Ribadire il sostegno alla famiglia tradizionale non significa togliere i diritti ad altri».

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