10 aprile 2018 - 17:09

Russia, somministrata formaldeide invece di soluzione salina: muore dopo giorni di agonia

Alla donna di 28 anni è stata iniettata formaldeide, che serve per imbalsamare i cadaveri. Le scuse del ministro della salute. Medici licenziati: non avrebbero letto l’etichetta della fiala

di Cristina Marrone

(da Екатерина Федяева vk.com) (da Екатерина Федяева vk.com)
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Doveva essere un intervento di routine per asportare cisti ovariche in laparoscopia e prepararsi così a una gravidanza. Ma un banale intervento chirurgico si è concluso nel più tragico dei modi per una giovane paziente russa di 28 anni, Ekaterina Fedyaeva a causa di un terribile e irreparabile errore: durante la procedura chirurgica il personale medico ha iniettato nella cavità addominale della paziente della formalina, una soluzione che contiene formaldeide serve per imbalsamare i cadaveri, invece di soluzione salina. È successo il 15 marzo scorso in un ospedale di Ulyanovsk, una città della Russia occidentale, secondo quanto racconta Rt, una rete televisiva di proprietà russa. Secondo l’agenzia Tass i medici hanno tentato di drenare la cavità addominale della paziente appena si sono resi conti dell’errore, ma ormai era tardi e la giovane russa è stata praticamente imbalsamata viva.

Il tragico errore

La suocera di Ekaterina ha raccontato a RT che dopo l’operazione Fedyaeva si lamentava con la madre: «Mamma sto morendo», ma sua mamma pensava che si stesse solo lamentando. Poco dopo però è stato subito chiaro che la situazione fosse più grave e dopo due giorni di dolori lancinanti la donna è morta. La madre della ragazza ora accusa i medici di omicidio: «Mia figlia è stata uccisa. Quando sono andata a trovarla dopo l’operazione aveva dolori lancinanti e vomitava. Poi ha iniziato a tremare come una foglia, l’ho coperta, ma non era freddo: aveva le convulsioni. Ho chiamato un dottore, ma nessuno veniva a vederla. Sapevano molto bene di averle iniettato veleno in corpo, ma non hanno fatto nulla per aiutarla: mi hanno solo detto di andare a casa. Volevano che tacessi mentre la formaldeide stava erodendo il suo corpo dall’interno». La famiglia accusa l’ospedale anche di aver perso molto tempo: «Dopo l’intervento, per 14 ore, non hanno fatto nulla - racconta ancora la madre -. Sentivo i medici parlare dell’errore ma nessuno mi ha detto la verità». La giovane, in un disperato tentativo di salvarle la vita, è stata trasportata il 19 marzo al centro medico e biofisico federale di Al Burnazyan di Mosca. Ma ormai era in insufficienza multiorgano, condizione incompatibile con la vita e anche se ha ripreso coscienza per un brevissimo tempo dopo essere stata attaccata a un polmone artificiale è morta poco dopo il secondo ricovero.

Le scuse del ministro della salute

Rashid Abdullov, ministro della salute per la regione di Ulyanovsk, ha definito il fatto «una terribile tragedia». E su Twitter ha scritto: «Le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Ekaterina Fedyaeva. Questa è una terribile tragedia. Forniremo tutto l’aiuto necessario alla famiglia. I responsabili della tragedia sono già stati portati alla responsabilità e le agenzie investigative continuano a lavorare». Non è ancora chiaro che cosa sia in realtà sia successo, ma sembra che gli infermieri abbiano tralasciato di leggere l’etichetta della sostanza chimica prima di somministrarla. Alcuni medici e infermieri sarebbero già stati licenziati.

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