21 novembre 2018 - 11:40

Scoperti 200 milioni di cumuli di terra fossili creati dalle termiti

I più antichi risalgono a circa 4 mila anni fa, sono alti fino a 4 metri, distribuiti su un’area grande come l’Italia. Il volume della terra smossa pari a 4 mila volte la grande piramide di Cheope

di Paolo Virtuani

Le montagnole di terra create dalle termiti nel Nord-est del Brasile (Funch/Current Biology) Le montagnole di terra create dalle termiti nel Nord-est del Brasile (Funch/Current Biology)
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Nella caatinga, l’arido Nord-est del Brasile, sono state scoperte 200 milioni di montagnette di terra alte fino a 4 metri (in media 2,5 metri) e con un diametro di 9 metri risalenti le più antiche a poco meno di 4 mila anni fa. Sono distribuite su un’area grande quasi come l’Italia continentale (senza Sicilia e Sardegna). Le hanno realizzate le termini della specie Syntermes dirus, ma non sono nidi: sono il risultato degli scavi della fitte rete di collegamento sotterranea realizzata da questi insetti.

Movimento terra

In pratica sono l’equivalente del risultato di movimenti terra che si creano quando scaviamo un tunnel. La datazione che è stata effettuata dagli studiosi, pubblicata sulla rivista specializzata Current Biology da un gruppo guidato da Stephen Martin dell’Università di Salford a Manchester insieme a scienziati brasiliani e degli Stati Uniti, ha evidenziato che i più antichi sono stati creati 3820 anni fa, mentre i più giovani risalgono a 690 anni fa.

Come 4 mila piramidi

Ogni cumulo è formato da 50 metri cubi di terra. Il totale della terra smossa è impressionante: 10 chilometri cubi, equivalente a un volume di 4 mila volte la grande piramide di Cheope. Sono noti altri campi di cumuli di terra dovuti alle termiti, in Africa e in Nord America, ma quella scoperta è la più grande opera di «ingegneria naturale» realizzata da una singola specie di insetto. Sono visibili anche dallo spazio con Google Earth anche se la maggior parte sono nascosti sotto la vegetazione spinosa del Nord-est del Brasile. Sono state scoperte e analizzate solo grazie al fatto che negli ultimi decenni gran parte di quelle zone sono state ripulite dalla vegetazione per far spazio a pascoli.

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