26 novembre 2018 - 05:54

Cina, creati i primi esseri umani con Dna modificato

Uno scienziato cinese sostiene di aver contribuito a creare i primi esseri umani geneticamente modificati al mondo: due gemelle di cui ha alterato il DNA

di Adriana Bazzi

Cina, creati i primi esseri umani con Dna modificato
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Sarebbero due gemelline di neanche un mese i primi esseri umani nati con il loro Dna modificato grazie a una nuovissima tecnica di ingegneria genetica chiamata Crispr. Ad annunciarlo all’Associated Press è il ricercatore stesso che ha condotto l’esperimento, il cinese He Jiankui dell’Università di Shenzhen, in occasione di convegno a Honk Kong sul tema . Al momento non ci sono conferme indipendenti alle affermazioni del ricercatore, che ha sottolineato come il suo intento non era quello di curare o prevenire malattie ereditarie, ma soltanto di rendere l’organismo resistente all’infezione da virus dell’Aids. I cinesi sono all’avanguardia nelle sperimentazioni di manipolazione del Dna e già nel 2015 avevano annunciato di avere modificato geneticamente embrioni umani, non adatti, però, a essere impiantati (anche gli americani hanno poi autorizzato questi esperimenti).

E adesso vanno avanti, non senza suscitare polemiche di tipo tecnico ed etico nella comunità scientifica. Di tipo tecnico, per cominciare, perché la tecnica Crispr permette di “rieditare” i geni con relativa facilità, ma, secondo alcuni, è ancora poco precisa e ne va verificata la sicurezza. Finora è stata usata soltanto sulle cellule somatiche per curare malattie, ma non su quelle riproduttive o su embrioni da cui far nascere poi bambini. E’ è proprio in questo secondo caso che si pongono i dilemmi etici: modificare ovuli, spermatozoi o embrioni significa alterare delle caratteristiche genetiche che poi verranno trasmesse alla prole dell’individuo “manipolato”. Questo tipo di esperimenti è bandito nella maggior parte dei Paesi al mondo e molti scienziati stanno chiedendo moratorie anche per l’applicazione di queste tecniche di manipolazione genetica sugli embrioni “difettosi” che non potrebbero cioè essere impiantati. Alcuni ricercatori hanno definito l’esperimento di He “una mostruosità”, anche perché gli embrioni erano sani e non sono stati curati per prevenire eventuali malattie genetiche. E l’Università di Shenzhen nel frattempo sta prendendo le distanze da questo progetto di ricerca e ha annunciato un’indagine.

Ecco qualche dettaglio in più sull’esperimento cinese. He, che ha trascorso un periodo di studio anche nelle università americane di Stanford e Rice, ha modificato il Dna di embrioni di sette copie, togliendo dal loro Dna un gene che serve per la produzione di una proteina chiamata Ccr5. Questa proteina è un recettore che permette al virus Hiv dell’Aids di entrare nelle cellule immunitarie. Se manca questo recettore, il virus non le infetta. Sembra che la modifica del Dna non sia riuscita in uno degli embrioni ottenuti nella Southern University of Science and Technology di Shenzhen, ma i ricercatori hanno deciso comunque di impiantarlo. Sapevano già che non erano state alterate entrambe le copie del gene. «Almeno una delle gemelle sembra essere un patchwork di cellule», ha commentato il famoso genetista americano George Church, dell’università di Harvard. La decisione di voler utilizzare comunque questo embrione, ha aggiunto Church, suggerisce che «l’obiettivo principale dei ricercatori era sperimentare la tecnica di editing del Dna piuttosto che evitare la malattia». Il genetista Kiran Musunuru, dell’Università della Pennsylvania, ha rilevato che per la bambina nata da questo embrione non ci sarebbe stato «davvero quasi nulla da guadagnare in termini di protezione contro l’Hiv» e sarebbe inoltre stata «esposta a tanti altri rischi attualmente sconosciuti per la sicurezza».

Nelle sette coppie che si erano sottoposte a trattamenti per la fertilità, infatti, il padre era positivo per l’Hiv (la madre no) e in questo modo si voleva proteggere i nascituri dall’infezione. Solo in una donna sulle sette sono stati trasferiti gli embrioni modificati. Il problema dell’infezione da Hiv in Cina è molto serio e il ricercatore ha affermato di aver voluto soltanto dare un esempio e che sarà poi la società a decidere se questi esperimenti andranno continuati.

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