8 marzo 2019 - 17:25

Missione Dragon, si apre una nuova era privata dei voli umani nello spazio

Sono occorsi dieci anni di lavoro agli ingegneri di Elon Musk per arrivare al risultato. Ma questa esperienza rappresenta solo il primo passo di una nuova logica del «fare spazio» già estesa alle prossime missioni per il ritorno sulla Luna e poi verso Marte

di Giovanni Caprara

Missione Dragon, si apre una nuova era privata dei voli umani nello spazio
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Il successo del primo collaudo della capsula abitabile Dragon 2 segna anche l’inizio di una nuova era dei voli umani nello spazio sotto il segno dei privati. Sono occorsi dieci anni di lavoro agli ingegneri di Elon Musk per arrivare a questo ambitissimo risultato, il suo sogno da quando ha fondato la società Space X. L’opera sarà completata nel prossimo mese di luglio quando saliranno a bordo due astronauti della Nasa per la prima missione abitata su un’astronave americana da quando nel 2011 veniva ritirata dal servizio la flotta degli shuttle. Dragon 2 che sarà riutilizzabile, è stata sviluppata sotto il controllo degli esperti della Nasa per garantire soprattutto la sicurezza. Ma non solo, perché l’ente spaziale ha finanziato con 2,6 miliardi di dollari la costruzione della capsula dopo aver sostenuto anche la realizzazione della prima navicella Dragon automatica per i rifornimenti della stazione ISS. E proprio da questa è derivato il veicolo abitabile.

La Nasa dopo l’esperienza shuttle completamente a proprie spese che drenava pesantemente i bilanci, sceglieva di affidare la nascita del nuovo veicolo di trasporto riutilizzabile, un vero taxi spaziale, alle società private capaci di investire anche risorse autonome. E così dopo una stringente selezione tra numerosi candidati sceglieva e finanziava il progetto di Dragon 2 di Space X e di CST-100 Starliner di Boeing alla quale garantiva 4,2 miliardi di dollari. In questi contratti sono previsti anche sei missioni ciascuna di collegamento con ISS.

La scelta di disporre di due navicelle mirava a disporre di un’alternativa in caso di problemi e nasceva dall’esperienza infelice dello shuttle che a causa dei terribili incidenti che portarono alla distruzione di Challenger e Columbia, l’attività spaziale rimaneva completamente bloccata. Dopo il suo ritiro dal 2011 la Nasa doveva, inoltre, pagare un costoso biglietto di viaggio ai russi per arrivare con la Soyuz alla stazione (in gran parte americana): 90 milioni di dollari per ogni astronauta.

Dopo Dragon 2, entro l’anno sarà la volta dei collaudi e dei primi voli anche di CST-100 Starliner verso la stazione orbitale. Ma questa esperienza rappresenta solo il primo passo di una nuova logica del “fare spazio” già estesa alle prossime missioni per il ritorno sulla Luna e poi verso Marte nelle quali i privati saranno protagonisti. E da questi investimenti, pur sostenuti dall’ente spaziale, i privati trarranno linfa preziosa per lo sviluppo di tecnologie utili all’economia sulla Terra. È per questo che da alcuni anni si parla sempre più (anche in Italia) di Space Economy coinvolgendo ogni settore dell’attività spaziale e non solo il volo umano.

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