7 maggio 2019 - 18:25

Ramadan, nono mese del calendario islamico significa «ardente»

In questo mese i musulmani praticano il digiuno, in Italia sono poco più di un milione e mezzo, e sono solo un terzo degli immigrati. I numeri distorti della percezione

di Paolo Fallai

Ramadan, nono mese del calendario islamico significa «ardente» La grande moschea di Roma a Monte Antenne progettata da Paolo Portoghesi
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La parola, originariamente in arabo, significava «mese caldo», o «mese torrido» o «essere riscaldato», da cui si può dedurre che anticamente fosse un mese estivo. Sicuramente, il mese di Ramadān, come d’altronde gran parte degli altri mesi del calendario islamico, ha un’origine pre-islamica ed era legato essenzialmente alle attività della comunità. Il termine Ramadan deriva dalla parola araba Ramad che significa «ardente» e quando c’è così caldo che fa scottare la sabbia e quella terra così calda viene chiamata dagli arabi «Ramdhaa». Come riporta il sito islam.italia, gli Arabi usavano dire Ramidat al ghanam che significa: «si sono bruciate le pecore»; oppure Ra’at fii Arramdaa: «erano pascolo in una terra torrida».

Il quarto pilastro dell’Islam

Ramadān è il nono mese del calendario islamico che si compone di 12 mesi lunari (29 o 30 giorni ciascuno) per un totale di 354 o 355 giorni, al contrario dei 365 o 366 giorni (se bisestile) dell’anno gregoriano, basato sul ciclo solare . Come tutti gli altri mesi del calendario islamico è determinato tradizionalmente dall’avvistamento della crescenza della luna nuova. In questo mese i musulmani praticano il digiuno, appunto detto digiuno del mese di Ramadān, (per tutta la durata del mese, 29 o 30 giorni). Esso rappresenta il quarto dei cosiddetti cinque pilastri dell’Islam (Arkān al-Islām), e si conclude con l’inizio del successivo mese islamico di Shawwāl, (anch’esso determinato tradizionalmente tramite l’avvistamento della crescenza della nuova luna), nel quale si celebra la festa della rottura del digiuno, chiamata ‘aīd (u)l-Fitr. E’ l’unico mese citato nominalmente nel Corano.

Chi stabilisce l’inizio del mese sacro

Il Centro islamico culturale d’Italia, unico ente islamico in Italia riconosciuto con Dpr del 1976 e noto come la grande moschea di Roma, ha annunciato che il mese di Ramadan, mese di digiuno e penitenza per i musulmani, è iniziato in Italia a partire da lunedì 6 maggio. Questa è una comunicazione ufficiale del centro islamico di Monte Antenne, diretto dal segretario generale, Abdellah Redouane, che fa gli auguri a tutti i musulmani italiani per l’inizio del mese sacro.

Quanti sono i musulmani in Italia

Secondo un dossier diffuso dalla Cisl nell’ottobre scorso i musulmani sono 1.683.000. Secondo altre fonti i musulmani sono circa un milione e mezzo, il 28% del totale degli immigrati nel nostro Paese, oltre a una minoranza di convertiti italiani. Fedeli che in molte città continuano a chiedere una moschea «ufficiale», in cui poter praticare la loro libertà di culto. Gli immigrati stranieri regolarmente presenti nel paese, sempre secondo il dossier Cisl, sono in tutto 5.333.000 persone, un numero sostanzialmente stabile dal 2013. Il Dossier riporta che la comunità più numerosa di immigrati è quella cristiana, che è la maggioranza assoluta (2.706.000, pari al 52,6 per cento del totale), con preminenza degli ortodossi (1,5 milioni) e dei cattolici (oltre 900.000).

Il problema della percezione

Uno studio di Ipsos Mori condotto nel 2016 in 40 paesi diversi ha provato a stabilire la differenza tra il numero di musulmani che vivono in quei paesi e la percezione di quel numero da parte della popolazione. I risultati hanno mostrato che ovunque la proporzione di musulmani nella popolazione è enormemente sovrastimata, anche di quattro o cinque volte. Secondo lo studio, per esempio, gli italiani pensano che circa il 20 per cento della popolazione sia musulmana, quando i dati reali dicono che il numero è più vicino al 4 per cento: questo vuol dire che la percezione è che ci sia un musulmano ogni 5 persone, quando invece ce n’è uno ogni 25 persone.

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