4 ottobre 2018 - 22:36

Pallini (M5S): «Perché dico no al voto di laurea ai concorsi»

La proposta della deputata Maria Pallini, avvocato e capogruppo della commissione Lavoro alla Camera. Concorsi Sovraffollati? «Un problema della società civile»

di Valentina Santarpia

La preselezione del concorso per 5 infermieri, al Pala Alpitour a Torino (Ansa) La preselezione del concorso per 5 infermieri, al Pala Alpitour a Torino (Ansa)
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Eliminare il voto di laurea per l’accesso ai concorsi pubblici: è la proposta di legge di

Pallini (Twitter)
Pallini (Twitter)

Maria Pallini (Cinque Stelle), capogruppo della commissione Lavoro alla Camera.

Combatte la meritocrazia?
«Tutt’altro. Il voto di laurea resterebbe un elemento da valutare per la graduatoria del concorso, ma non mi sembra giusto che un laureato che, nel giorno della tesi, ha avuto 104 invece di 105, non possa partecipare a una selezione, come succede in Bankitalia o all’Agenzia delle Entrate. Quante volte è successo ad un laureato di aspettare un bando con ansia e poi scoprire che solo per quel voto della tesi era escluso? Il voto di laurea alto non è sinonimo di merito».

Ma il voto è frutto di un percorso accademico...
«Certo, lo so, e la mia proposta non penalizza quel percorso né tende ad eliminare il requisito del possesso del titolo accademico. Ma elimina un paletto che blocca migliaia di giovani: dobbiamo partire dal presupposto che al giorno d’oggi sono tante le persone che decidono di approcciare una facoltà con l’obiettivo di intraprendere una attività lavorativa precisa. Devono avere tutti la possibilità di partecipare. Lo chiede la Costituzione, con l’articolo 3, di dare a tutti eguali possibilità».

Pensa che i laureati del Nord siano discriminati rispetto a quelli del Sud, do-ve i voti sarebbero più alti?
«Figuriamoci, pensiamo alla Federico II di Napoli in Giurisprudenza, una delle più difficili e severe. Ma nessuno mi può convincere che uno che si è laureato con 103, per esempio, non possa superare le prove concorsuali in maniera eccellente. I giovani italiani meritano rispetto, tutti devono essere messi nelle stesse condizioni di poter partecipare ad un concorso».

Quindi il voto di laurea non ha importanza?
«Non deve essere un requisito, semplicemente. Ci sono già tanti paletti nei bandi di concorso, perché inserire anche questo?»

Perché seleziona le persone in base al merito, ad esempio...?
«Ma il M5S si basa sulla meritocrazia, non dico che una persona che si è laureata con 70 è come quella che si è laureata con 110 e lode. Ma diamo l’opportunità a tutti di partecipare».

Non si rischiano concorsi ancora più affollati?
«Il sovraffollamento dei concorsi pubblici non dipende dalla mia proposta di legge, è un problema della società civile. Ci vorrebbe un maggiore turn over».

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