Sette e mezzo
7 giugno 2018

Non solo in Italia: la politica è in crisi ovunque!

Cari lettori, non pensate che l’Italia sia sola: la politica è in ambasce in tutte le democrazie occidentali. Lilli Gruber risponde ogni settimana ai lettori di 7

Cara Lilli, grazie per il consiglio sul libro The New Poverty che ho già ordinato. Quando sono con amici stranieri che amano l’Italia finiscono sempre per criticare i nostri politici, senza i quali il nostro Paese non avrebbe i problemi che ha. L’ironia è massima sui nostri circa 950 parlamentari, per una popolazione di 60 milioni, contro i 435 degli Usa per 325 milioni di abitanti, senza parlare delle aule semivuote durante i lavori per i quali gli eletti sono pagati.
Antonino Tamburo De Bella
antonio.tamburodebella@gmail.com

Caro Antonio, da dove vengono i suoi amici stranieri, da Marte? Se sono americani, possono tenersi il loro Trump. Se sono russi, non li invidio per il presidente Putin. Se inglesi, con la premier Theresa May e la sua Brexit, si accomodino pure. Il francese Macron non ha resistito a partecipare all’inutile campagna militare di bombardamenti sulla Siria, pur di avere un posto a tavola alla Casa Bianca. Si guardi intorno: Spagna, Belgio, Polonia, Ungheria. In Germania la cancelliera Angela Merkel ha impiegato 171 giorni per formare un nuovo governo. Come vede l’Italia non è sola. La politica è in ambasce in tutte le democrazie occidentali. Dovremmo essere tutti preoccupati!

Cara Lilli, Le scrivo in merito all’articolo che Marino Sinibaldi ha scritto su 7 due settimane fa: Viviamo nell’era della democratura?. Si parlava di finte dittature, mascherate da democrazie. Poi leggo l’ultimo Rapporto Istat per cui il 12,1% degli italiani vive «in condizioni di grave deprivazione e disagio economico». Viviamo in una finta o vera democrazia? La nostra democrazia deve o no attivare delle politiche di solidarietà (art. 2 Cost.) al fine di permettere a tutti i cittadini di avere «pari dignità sociale» (art. 3 Cost.) oppure continuare con promesse elettorali insistendo quasi esclusivamente su vantaggi di tipo economico del breve termine per chi potrà – per sua fortuna – beneficiarne?
Stefano Calandra
stefano_calandra@hotmail.it

Caro Stefano, democrazia e giustizia sociale non sono la stessa cosa. La democrazia è un sistema di governo che attraverso le sue istituzioni garantisce a tutti i cittadini uguali diritti e doveri, e dove vige il primato dello stato di diritto sulla legge del più forte. Anche la libertà di parola è un diritto fondamentale, e ovviamente il diritto di voto. Ma abbiamo considerato democrazie anche quei Paesi in cui le donne non erano ammesse al suffragio universale. E in giro per il mondo vengono eletti leader totalitari con ampie maggioranze. Quindi le elezioni non sono l’unico metro per misurare il tasso di democraticità di una nazione. Sul concetto di giustizia sociale: viviamo in un mondo in cui le disuguaglianze aumentano e dove il credo liberista si è imposto quasi ovunque attraverso politiche fiscali ed economiche decise da governi usciti dalle urne. Quindi non è vero che viviamo in una “democratura”, ma è vero che siamo stati spesso ingannati nelle nostre scelte politiche da promesse elettorali menzognere o ultra ottimistiche. È perciò un nostro preciso dovere restare vigili curiosi e informati. E ascoltare chi ne sa più di noi prima di postare la nostra opinione su Facebook o Twitter. Perché esiste il rischio di andare verso una democrazia per acclamazione, dove per vincere basta un grande boato della folla. Secoli fa la chiamavamo tirannia.

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