GIOVEDÌ 01 NOVEMBRE 2018

Tra rischi
e promesse:
capire
la manovra

di Redazione Digital
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(Luciano Fontana) I giorni della manovra sono sempre stati i giorni delle promesse e dei buoni propositi, delle trappole e dei fondi che non si trovano. Il «governo del cambiamento» presenta i suoi numeri e le sue misure in Parlamento ma rispetto al passato non sembra cambiato un granché. Intanto i numeri sono molto incerti: il 2,4% di deficit previsto per il prossimo anno è legato a una crescita dell’1,5% diventata un sogno dopo il rapporto Istat sul terzo trimestre. L’Italia non cresce e il deficit sarà molto probabilmente più alto, i problemi con l’Europa e i mercati più grandi degli attuali. Sulle misure più importanti previste dal governo giallo-verde è ancora buio fitto. I dettagli li conosceremo nei provvedimenti collegati e saranno molto importanti per capire chi ne beneficerà e il costo effettivo. Il loro annuncio ha già provocato però tensioni tra gli investitori e fatto salire il costo di finanziamento del nostro debito pubblico. Quale sarà il livello di spread che il governo giudicherà sopportabile prima di cambiare i termini della manovra? Insomma tanti interrogativi e incertezze. Tante questioni politiche e di merito che abbiamo affrontato e che vi offriamo nei commenti di questa newsletter. Buona lettura (a cura di Gianluca Mercuri e Sandro Orlando; disegni di Giovanni Angeli, vignette di Giannelli).

Ducci, Pica, Sensini

Pace fiscale, condono, rottamazione e flat tax: tutte le novità

Dal tetto di centomila euro per regolare i rapporti con l’erario alla rottamazione delle cartelle. Le nuove norme per le imprese: Ires ridotta, flat tax e fatturazione elettronica senza sanzioni Tutto spiegato, scheda per scheda.

Marro, Voltattorni

Le novità sulle pensioni: 4 finestre e quota 100 Reddito di cittadinanza con 5 anni di residenza

L’ultima bozza della manovra non contiene due delle misure-bandiera annunciate fin dalla campagna elettorale — il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con quota 100 — rimaste fuori dalla legge di Bilancio in termini normativi, mentre resta l’articolo che dispone i fondi per realizzarle (9 miliardi per il reddito e 6,7 miliardi — 7 dal 2020 — per le pensioni). Le due misure saranno poi introdotte con «appositi provvedimenti»: un modo per diluirne le conseguenze finanziarie e cercare nel frattempo un compromesso con Bruxelles (vedi sotto l’articolo di Francesco Verderami). In base agli intendimenti del governo, con l’abolizione dei limiti della legge Fornero si andrebbe in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi, a 63, 64, 65 e 66 anni d’età la quota diventa rispettivamente 101 (63+38), 102, 103 e 104. Previste anche misure anti povertà come la pensione di cittadinanza. E il reddito di cittadinanza richiederà 5 anni di residenza. Tutto spiegato, scheda per scheda.

Mario Sensini

Nuove tasse: 15% sulle ripetizioni Tra 10 e 100 euro per pescare in mare

Il testo della legge di Bilancio verso il Parlamento. Più fondi per il pubblico impiego e assunzioni nel settore pubblico. Via i vitalizi anche nelle Regioni, terreni agricoli dal demanio alle famiglie numerose. Arriva la riforma del Coni. Leggi l’articolo

Nicola Saldutti

Le famiglie da tutelare

(1 novembre) La questione del risparmio, una specie di presidio nazionale, non è soltanto economica, dal momento che rappresenta le scelte delle famiglie, la possibilità di crescita delle imprese, ma soprattutto è uno degli elementi sui quali il clima di incertezza sta avendo impatti molto rischiosi. Leggi l’articolo

Dario Di Vico

Perché l’industria ha smesso di trainare

(31 ottobre) Lo zero nella casella del Pil del terzo trimestre non è stato un fulmine a ciel sereno, le previsioni degli addetti ai lavori si spingevano al massimo a ipotizzare un +0,1%. Che il momento sia grave è quindi opinione largamente diffusa anche perché, come spiega l’Istat, è stata l’industria a zavorrare la crescita. Leggi l’articolo

Federico Fubini

I torti di Roma (e gli errori di Bruxelles)

(29 ottobre) Dopo che il bilancio italiano ha preso forma, il disastro di pubbliche relazioni fra l’Italia e Bruxelles non ha fatto che aggravarsi. Leggi l’articolo

Ernesto Galli della Loggia

L’irrealtà politica sul baratro

(28 ottobre) Il cuore della nostra crisi sta solo per una metà nei propositi scervellati del governo. Per l’altra metà sta nell’inconsapevolezza assoluta che regna nell’opposizione. Leggi l’articolo

Sabino Cassese

Qual è l’autentico interesse nazionale?

(25 ottobre) Le quattro ragioni per le quali non conviene, all’Italia, fare la voce grossa con l’Unione europea. Leggi l’articolo

Francesco Verderami

Le correzioni e le riforme a rate

(25 ottobre) Virtualmente il 2,4% non si tocca, perché nell’immaginario collettivo il «governo del cambiamento» deve far sapere al «popolo» che non mollerà. Ma in politica anche la matematica può diventare un’opinione, ed è certo che — nel tempo — i «numerini» della manovra diverranno un’interpretazione, per acconciarsi all’esigenza di un inevitabile compromesso. Leggi l’articolo

Ferruccio de Bortoli

Veri danni, falsi stupori: affidereste i risparmi a Salvini e Di Maio?

(21 ottobre) L’analisi di Moody’s riconosce la forza produttiva della seconda manifattura d’Europa, ma dubita delle nostre prospettive di crescita. Intanto il valore di mercato del nostro risparmio si è già ridotto con lo spread oltre i 300 punti: siamo più poveri. Leggi l’articolo

Francesco Giavazzi

La realtà testarda dei numeri

(20 ottobre) La superficialità con la quale i due vicepresidenti del Consiglio accennano ad una possibile uscita dall’Unione europea («Qui mi trovo a casa, in certa Europa no» ha detto a Mosca Matteo Salvini) sollevano per il futuro dell’Italia problemi gravi. Leggi l’articolo

Antonio Polito

Non si governa con il rancore

(20 ottobre) Mentre i leghisti vanno avanti come treni, pragmatici e sornioni, i Cinque Stelle arrancano, e finiscono con l’imitare Salvini nella speranza di contenerlo. I sondaggi registrano fedelmente questo disequilibrio nella coalizione, e spiegano perché la tensione sta esplodendo. Leggi l’articolo

Maurizio Ferrera

L’inefficace salto della rana

(19 ottobre) Così come attualmente progettato (per quanto si riesce a capire) il reddito di cittadinanza aggira tutti i problemi da cui dipende il fenomeno povertà nel nostro Paese e punta solo sull’ultimo passo: il sussidio. Leggi l’articolo

Enrico Marro

Un atto di fede: dalle stime sul Pil alla lotta agli sprechi

(18 ottobre) Il governo, dopo la promessa che avrebbe ridotto gli sprechi, non ha saputo fare di meglio che finanziare l’aumento della spesa pubblica col ricorso all’indebitamento. Che si fermerà al 2,4% del Pil solo se quest’ultimo crescerà dell’1,5%. Leggi l’articolo

Aldo Cazzullo

Dall’onestà al condono La parabola dei Cinquestelle

(18 ottobre) È normale che, una volta al governo, un movimento di protesta versi acqua nel vino delle sue parole-chiave. I Cinquestelle ne avevano due. La prima è il Vaffa, di cui non abbiamo nostalgia (anche se talora il tic del linguaggio violento e aggressivo ritorna pure dietro le cravatte ministeriali). La seconda è «onestà». Leggi l’articolo

Daniele Manca

Le imprese e il lavoro: i dimenticati della manovra

(16 ottobre) Un’idea dell’economia reale che non tiene molto in conto il fatto che siamo la seconda potenza manifatturiera in Europa, con un tessuto fatto, fortunatamente, di imprese di dimensioni crescenti. Leggi l’articolo

Luciano Fontana

Uno scatto di responsabilità

(14 ottobre) «Ma come va a finire?». La domanda viene posta in continuazione negli ultimi giorni, negli incontri pubblici e in quelli privati. Dagli artigiani interessati alle novità fiscali ai manager preoccupati per lo spread e le cadute in borsa, dagli statali alle prese con «quota 100» ai lavoratori privati scettici sul «reddito di cittadinanza» (aiuterà solo i fannulloni?). Leggi l’articolo