10 luglio 2018 - 10:23

Carlo Vanzina, i funerali a Roma
L’ultimo sms a De Sica: «Non vedo l’ora di ridere ancora con te» Foto

L’ultimo saluto al regista scomparso l’8 luglio: per volere della famiglia non è stata allestita la camera ardente. Il fratello Enrico: «Da fratello maggiore ho provato a proteggerlo per tutta la vita». Verdone: «Un grande amico, uomo dallo stile sobrio»

di Silvia Morosi

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«Era molto legato a questa città. Mi ha scritto un messaggio tre giorni fa e mi ha detto non vedo l’ora di ridere ancora con te», ha raccontato Christian De Sica, entrando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Roma, per partecipare alle 11 ai funerali di Carlo Vanzina, il regista e produttore scomparso a 67 anni, dopo una lunga malattia, che sarà seppellito nel cimitero di Prima Porta. Già dalle 9.45 una folla si è riunita intorno alla basilica: la piazza è stata transennata e sono arrivati alla spicciolata tanti attori, registi e politici come Silvio Berlusconi e Gianni Letta, per l’ultimo saluto al principe della commedia. «Carlo Vanzina è un amico di famiglia, come lo è Enrico e come lo era il papà Steno, abbiamo avuto un’adolescenza dorata, all’ombra dei nostri genitori che ci hanno iniziato al mestiere più bello del mondo», ha detto Aurelio De Laurentiis.

Boldi: «Lo accompagniamo in Paradiso»

«Viene a mancare un grande amico, ma soprattutto una persona piena di grandi qualità, ci mancherà molto il suo stile sobrio ma elegante, ci mancherà molto la sua generosità di ascoltare gli altri. Era una persona molto umile», ha detto Carlo Verdone. «Lo accompagniamo in Paradiso», è stato il pensiero commosso di Massimo Boldi, aggiungendo: «Non dimenticherò la vita passata insieme». «A lui devo tutto della mia carriera di attore. Sono senza parole», ha aggiunto Gerri Calà, accompagnato da Maria Venier (qui il video). «Più che raccontare se stesso ha raccontato l’Italia in cui molti si sono riconosciuti. Credo che Carlo abbiamo inventato un mondo, uno star system, ha dato voce e volto a una serie di attori che il cinema italiano nel suo snobbismo non avrebbe considerato», ha aggiunto Pupi Avati. A ricordare Vanzina anche la vedova di Ettore Scola, Gigliola: «L’ho visto sempre insieme al fratello, erano due ragazzi deliziosi. Credo che ora Enrico starà molto, molto male, erano molto vicini come raramente succede tra due fratelli».

Uomo dello straordinario e dell’ordinario

Durante l’omelia, don Andrea ha ricordato uno dei più grandi insegnamenti di Vanzina: «lo straordinario e l’ordinario. Ci ha insegnato che non è importante stare sotto i riflettori perché prima o poi si spengono. Ci ha insegnato a dare valore alla quotidianità. Chi fa questo porta un pezzo di cielo sulla Terra». La vita piena — ha continuato il sacerdote — è un po’ l’immagine di Carlo: «Importa l’amore che riceviamo e quello che riusciamo a rendere. Era un gran signore, un uomo di cultura e di fede, manifestata con discrezione. Parlava sempre dei film degli altri e non dei suoi». Don Andrea ha concluso l’omelia ricordando che nell’ultima telefonata il regista gli aveva detto «combatto e mi affido».

«Ci ha lasciati nella sua amata Roma»

Il produttore fece il suo debutto dietro la cinepresa negli anni Settanta come aiuto regista di Mario Monicelli e nel ‘76 diresse il suo primo film: da allora ne girò una sessantina, dando il via a fenomeni di costume come i cinepanettoni. «Ci ha lasciati nella sua amata Roma, dov’era nato, ancora troppo giovane e nel pieno della maturità intellettuale, dopo una lotta lucida e coraggiosa contro la malattia», recitava la nota della famiglia che domenica ha annunciato la scomparsa di Vanzina. Tanti i ricordi, in Rete, i messaggi di chi lo ha conosciuto e ci ha lavorato.

La camera ardente

Già ieri, alla clinica Mater Dei di Roma, c’era stato l’omaggio di amici e parenti. Non una camera ardente vera e propria, come da volontà della famiglia, ma un luogo silenzioso per un saluto intimo. «Pochi giorni prima che la sua malattia peggiorasse, anche se affaticato dalle cure, veniva ancora in ufficio a lavorare», ha rivelato il fratello Enrico.

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