27 luglio 2018 - 13:19

Salvini-Zilli, insulti e scontro «Mi ha mandato a fanc...». Lei: cambierei solo le parole

Il ministro attacca su Facebook la cantante, accusandola di aver utilizzato soldi pubblici
Lei gli risponde, ribadendo le sue idee, mentre sui social si scatena la polemica

di Matteo Cruccu

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Voce inconfondibile, presenza sanremese ormai assidua e pure personaggio televisivo, Nina Zilli è sicuramente una delle cantanti più amate dal pubblico nazionalpopolare ( e non) di questa stagione, una di quelle che sembra mettere d’accordo tutti. O quasi. Da ieri ha sicuramente un avversario, il ministro dell’Interno Matteo Salvini che l’ha attaccata dai suoi attivissimi social, accusandola di «averla insultata con soldi pubblici».

I fatti

Ovvero il team che segue il leader leghista su Facebook ha postato ieri un video in cui la cantante lo manda letteralmente a quel paese durante un concerto a Comacchio. In realtà i fatti risalgono al 5 luglio, nei giorni in cui vi era molto dibattito per le immagini dei piccoli migranti annegati (con relativa polemica legata al fatto che alcuni sostenessero essere foto finte). Sullo schermo della piazza romagnola, scorrevano dunque le immagini dei bambini e la cantante ha dunque proferito il vaffa, per mostrare la sua distanza dalle politiche del governo sul tema dell’accoglienza.

Il dibattito sui social

Interpellata, la cantante si limita a commentare : «Mi sono fatta prendere dall’enfasi e ho detto quell’insulto. Me ne scuso, forse avrei dovuto dire abbasso, per quanto il vaffa sia stato sdoganato. Ma rimango della mia opinione, non ce la si prende con i bambini e con chi scappa dalla guerra». In quanto al tema dei soldi pubblici, dall’entourage fanno sapere che i costi di questo tipo di iniziative sono quasi integralmente coperti dalle sponsorizzazioni. E sui social si è scatenato subito il dibattito: in tanti se la prendono con la cantante, con varie contumelie, altri la difendono, mentre qualcuno fa notare perché uno non debba esprimere, in qualunque circostanza, la sua opinione, condivisibile o meno che sia, da cittadino prima che da artista.

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