13 maggio 2018 - 00:56

Eurovision Song Contest 2018, vince Israele, niente da fare per Meta-Moro

La finale del festival musicale organizzato ogni anno dall’Unione Europea di Radiodiffusione va all’israeliana Netta Barzilai. Solo quinti Ermal Meta e Fabrizio Moro

di Renato Franco

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Vince Israele, Ermal Meta e Fabrizio Moro si devono accontentare del quinto posto. Niente da fare: l’Eurovision Song Contest prende la strada di Tel Aviv. Le speranze italiane erano nelle mani e nelle voci dei vincitori dell’ultimo Sanremo, il mitologico animale cantante Meta-Moro, con la loro Non mi avete fatto niente. Ma la vittoria all’Eurovision è una chimera che aspettiamo da 28 anni — l’ultima volta fu Toto Cutugno (il brano Insieme: 1992) — e che abbiamo festeggiato solo in due occasioni — l’altra nel 1964 con Gigliola Cinquetti (Non ho l’età). A condannare Ermal Meta e Fabrizio Moro è stato il voto delle giurie nazionali (molto basso), mentre al televoto i due si sono classificati terzi, complice forse anche il messaggio molto europeo del loro brano, un invito a non farci rovinare le nostre vite dalla paura del terrorismo .

Vince una delle favorite, l’israeliana Netta Barzilai, un’altra che ha scelto la strada dell’impegno nella sua canzone. L’israeliana si è presentata con kimono e trucco orientale stile geisha per il suo brano contro la donna oggetto (Toy). In una scaletta che è un orologio svizzero anche quest’anno c’è stato l’imprevisto: nel 2017 un uomo era salito sul palco, era avvolto in una bandiera, ma aveva dimenticato le mutande; questa volta l’imbucato ha pensato bene di fregare il microfono alla cantante inglese lasciandola senza parole.

L’Eurovision è quanto di più globale e locale si possa immaginare, le differenze tra i Paesi, anestetizzate dalla lingua (quasi tutti i cantanti scelgono l’inglese), rimangono nei look (se ti vesti sfogliando Vogue Polonia si vede) e nei suoni (le radici culturali in molti casi sono ancora più forti dell’omologazione al Canone Unico Sonoro del pop inglese). Quest’anno la festa è stata un po’ meno kitsch (batte tutti il cantante ucraino uscito tipo vampiro da una bara a forma di pianoforte), mentre al solito molto tecnologica (ci mancherebbe, 21 milioni di euro la spesa per far funzionare tutto).

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