16 maggio 2018 - 19:05

Se la Rai sceglie il feuilleton per ricordare la Prima Guerra Mondiale

«Il Confine» tratteggia la storia di tre giovani triestini ma Carlei trasfigura le immagini e la storia, rendendo tutto finto e convenzionale

di Aldo Grasso

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Se davvero la Rai voleva ricordare la Prima guerra mondiale con una fiction, forse faceva meglio a scegliere un genere che non fosse il feuilleton, qualcosa che ci restituisse il senso di quell’immane tragedia. Inutile dichiarare che quello scontro ha tracciato dei nuovi confini non solo geografici ma anche temporali, confini che hanno decretato la fine di un mondo, di un modo di vivere, di pensare, di vestirsi, di fare arte e politica.

Inutile, se la storia raccontata è fragile, prevedibile, illustrata con modi spicci: una Trieste, direbbe Gillo Dorfles, che più kitsch non si può. «Il Confine», scritto da Laura Ippoliti e Andrea Purgatori, diretto da Carlo Carlei, tratteggia la storia di tre giovani triestini: Emma, figlia di un commerciante ebreo, Franz, figlio di un militare austriaco, e Bruno, figlio di un operaio e fratello di uno degli esponenti dell’irredentismo triestino (Rai1, martedì e mercoledì, ore 21.25).

Emma ama Franz, ma il terribile ufficiale austriaco che governa Trieste, padre di Franz, si oppone alle nozze e spedisce il figlio in un collegio militare, così che il povero Bruno, da sempre innamorato di Emma, la sposa. Non per amore, ma per nascondere la gravidanza di lei, frutto dell’amore con Franz. I due ragazzi vanno in guerra su fronti diversi e lei diventa crocerossina. Della Trieste di quegli anni, di quel meraviglioso crogiuolo di civiltà non c’è nulla, o quasi (a parte la lettura di alcuni versi di Saba). Gli austriaci sono i cattivi, gli altri i buoni. Secondo il suo stile, Carlei fa uso di una fotografia calda che trasfigura le immagini e la storia, rendendo tutto finto e convenzionale.

Bisogna persino accettare la convenzione che padre e figlio austriaci, a tavola, parlino tra di loro in italiano con accento teutonico.Ogni guerra è sempre troppo grande per essere capita, ma qui siamo di fronte a una soap mascherata dove il conflitto è solo intreccio.

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