18 marzo 2019 - 12:33

«Leaving Neverland», martedì arriva sul 9 il documentario choc su Michael Jackson

Lunghezza fuori dai canoni (quattro ore) per il nuovo film che fa parlare due delle presunte vittime di abusi sessuali e che sta sollevando polemiche dappertutto

di Alessio Lana

«Leaving Neverland», martedì arriva sul 9 il documentario choc su Michael Jackson
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Ci sono documentari che vanno oltre l'arte filmica e riescono a diventare una notizia. L'ultimo in ordine di tempo è Leaving Neverland, il film che racconta tramite interviste ai testimoni i presunti abusi perpetrati da Michael Jackson su minorenni. Dopo la trionfale presentazione al Sundance Film Festival (ma in Tv non è andato così bene, con 1,3 milioni di spettatori negli Usa e 2 milioni in Regno Unito), la pellicola fiume diretta dal regista britannico Dan Reed arriverà in Italia sbarcando direttamente in Tv. Verrà trasmessa dal canale Nove il 19 e il 20 marzo alle 21.25 in due puntate da 120 minuti l'una.

Come sappiamo, il cantante morto nel 2009 è stato accusato più volte di pedofilia ed è sempre stato assolto. Questo documentario però riporta in auge fatti che molti cercavano di dimenticare. Sembra infatti sia stato tra le cause del tentato suicidio di Paris Jackson qualche giorno fa. Tentativo che la ragazza ha negato. La forza di Leaving Neverland sta nel raccontare la storia di due bambini, James Safechuck, 10 anni, e Wade Robson, 7 anni, entrambi diventati amici di Jackson e affascinati, come le rispettive famiglie, dalla fiabesca vita del cantante all’apice del successo planetario. 

Entrambi i ragazzi erano stati ascoltati anche in tribunale dichiarando Jackson innocente ma ora che sono diventati uomini ritrattano. È stato il coreografo Robson, oggi 36enne, a riportare alla luce le accuse contro Jackson. Nel 2013 ha esposto una denuncia per abusi ai danni del cantante scomparso quattro anni prima. Un anno dopo è tornato alla ribalta anche Safechuck. Entrambe le cause sono state rigettate ma ora i due ragazzi e i loro famigliari affrontano la telecamera a viso aperto, raccontano degli abusi subiti a Neverland, il ranch-parco giochi di Jackson che dà anche il titolo al film, e nell'appartamento della popstar a Century City, in California. 

La narrazione è serrata e toccante, dura e straziante anche morbosa a tratti e tutto sommato regge bene la lunghezza di 240 minuti. L'uscita del documentario oltre al presunto tentativo di suicidio da parte di Paris Jackson ha avuto anche altre conseguenze. Come previsto, ha riacceso gli animi degli accusatori del cantante e costretto diversi artisti e marchi a prenderne le distanze. Un episodio dei Simpson che vedeva protagonista Jackson è stato cancellato, Louis Vuitton ha bloccato la linea di vestiti che celebrava i dieci anni dalla morte e alcuni oggetti personali e poster sono stati rimossi dal Children's Museum di Indianapolis.

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