27 gennaio 2019 - 08:23

Sanremo 2019, Nek: «”Mi farò trovare pronto” è ispirata alle poesie di Borges»

Il cantautore: «Torno all’Ariston con una canzone sull’amore totale: l’ho scoperto attraverso la fede quando è nata mia figlia»

di Andrea Laffranchi

Sanremo 2019, Nek: «”Mi farò trovare pronto” è ispirata alle poesie di Borges»
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«A cosa mi serviranno i miei talismani: l’esercizio delle lettere, la vaga erudizione...? Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo». Nek declama poesie. A memoria. È sul divano in pelle bianca dell’ufficio del suo manager con una chitarra in braccio. «Questo è Borges. Me ne stava parlando Paolo Antonacci, figlio di Biagio, e da lì assieme abbiamo scritto “Mi farò trovare pronto”», il brano che porta a Sanremo e che anticipa un album in arrivo a primavera e un ritorno dal vivo all’Arena per settembre.

Sanremo numero quattro per lei. Il preferito?

«Quello del 2015 con ”Fatti avanti amore”. Tornai al Festival dopo un periodo di buio artistico che nasceva da un disco non capito in cui affrontavo la morte di mio padre e la nascita di mia figlia. La mia vita professionale aveva subito uno scossone e dopo 18 anni mi rimettevo in gioco».

Arrivò secondo, ci rimase male?

«Sarei stupido se dicessi il contrario. Però la vera vittoria a Sanremo può arrivare dopo. Sia quel pezzo che la cover di “Se telefonando” divennero successi. C’è Maurizio Costanzo (che scrisse quel testo per Mina, ndr) che quando ci sentiamo mi dice sempre che vorrebbe scrivere il seguito».

Nel 1997 non vinse ma «Laura non c’è» divenne una hit mondiale. Non è quello il ricordo più bello?

«Ero su un treno in corsa. Mi sono perso tutti i dettagli».

La prima volta, fra i Giovani, venne massacrato per «In te», la canzone contro l’aborto.

«È il Festival che ho vissuto peggio. Oggi il pezzo di denuncia a Sanremo è sdoganato, allora venni messo ingiustamente alla gogna».

«Mi farò trovare pronto» parla di amore...

«Questa canzone è la conseguenza nei suoni e nei temi di “Fatti avanti amore”. Da allora credo di aver trovato un giusto bilanciamento sonoro fra rock ed elettronica che adesso mi identifica. Spero che la gente dica “è un pezzo alla Nek”, vorrebbe dire che 26 anni di percorso sono serviti. E anche a livello concettuale c’è un legame: quella era la consapevolezza dell’amore, qui il fatto che è l’energia più forte che un essere umano può provare, è una rivoluzione interiore».

La sua rivoluzione interiore?

«Quando è nata mia figlia. Sono credente e nell’ambito della fede ho sperimentato quell’amore totale. “Non c’è amore più grande che dare la vita” dice il Vangelo. Credo che chiunque sia genitore mi capisca. E dopo quell’esperienza l’ho ritrovato negli occhi di altri. Ad esempio quando la scorsa estate sono stato con Nuovi Orizzonti in Brasile, in un campo missione nelle favelas: è un progetto per il recupero di bambini di strada vittime di violenze. Quelli che anni fa sono stati aiutati, oggi sono diventati quelli che accolgono i nuovi arrivi. Ecco cosa può produrre l’amore».

Il testo della canzone dice che nessun film d’autore, nessuna poesia o canzone può arrivare «all’altezza dell’amore». Quali possono avvicinarsi?

«Al cinema L’ultimo bacio di Muccino che mostra le fragilità di tutti noi, ma anche quanto il fatto che se hai l’amore non cerchi altro. Nelle canzoni Battisti con “Emozioni”, l’amore come linguaggio emozionale. Nella poesia l’Inno alla carità di San Paolo, e ricordiamoci che carità e amore sono la traduzione della stessa parola».

La copertina del singolo ricorda le buste dei 45 giri, con i segni di usura...

«Sono vintage. Risento molto della scomparsa del 45 giri e quindi ho deciso di stampare così i miei singoli. Di recente ho ricomprato un piatto e ritirato fuori la mia raccolta di vinili, i bootleg dei Police... mi manca il fatto che oggi sia tutto in uso e nulla di proprietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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