2 giugno 2018 - 22:25

Mbappé e i giovani fenomeni all’assalto del calcio mondiale

Hanno personalità, sono veloci, tecnici e stanno marciando verso la Russia. Da Asensio a Gabriel Jesus a Alli e Sané: ecco su chi puntano le grandi nazionali

di Paolo Tomaselli

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Per il battesimo c’è la fila: quella che uscirà dai Mondiali sarà la generazione del francese Mbappé o quella del brasiliano Gabriel Jesus? Prenderà il nome dallo spagnolo Asensio, dal tedesco Sané o magari dall’inglese Dele Alli? Sono talmente tante le stelle under 23 pronte ad accendere il Mondiale con la loro tecnica, la loro esplosività, la loro fame di successo, che una cosa è già sicura: quella pronta a sfidarsi è una generazione di fenomeni. E l’Italia, come ha brutalmente sintetizzato Federico Chiesa venerdì a Nizza, li guarderà crescere ancora e consacrarsi. Dal divano di casa: «In tv fanno paura, ma vederli dal vivo è un’altra cosa» ha detto il talento della Fiorentina, dopo l’incontro ravvicinato del terzo tipo con Mbappé e Dembelé, due talenti ad alta definizione.

Il più giovane e quindi il più sorprendente è proprio l’attaccante che il Psg ha comprato un anno fa dal Monaco per 180 milioni: Mbappé compirà 20 anni il 20 dicembre, ma ha già 14 presenze e 3 gol con i Bleus. Il c.t. Deschamps ha lasciato a casa Benzema (tra le consuete polemiche), Payet e Coman. Ma il suo non sembra un azzardo. Perché di certi giovani colpisce anche la maturità, la leadership quasi naturale sul campo, per manifesta superiorità (vedi il 3-1 di Dembelé agli azzurri), atletica, tecnica, ma anche tattica: Gabriel Jesus, che ha appena vinto la Premier con il Manchester City di Guardiola, può crescere all’ombra di Neymar in Nazionale proprio come sta facendo Mbappé nel Psg. A 21 anni compiuti il 3 aprile, il numero 9 della Seleçao ha già segnato 9 gol in 15 presenze. Quattro anni fa era un baby fenomeno del Palmeiras, immortalato mentre dipingeva di verde e di giallo i marciapiedi del suo quartiere nell’immensa San Paolo durante il Mondiale: adesso assieme a O Ney e Coutinho può essere l’uomo della rinascita brasiliana.

Anche la Spagna deve ripartire dopo il doppio flop tra Brasile 2014 e Francia 2016: il ricambio generazionale ha la faccia di Marco Asensio, che l’Italia ha trovato sulla sua strada nelle qualificazioni, finendo travolta al Bernabeu. Il 22enne del Real Madrid deve ancora sbloccarsi in Nazionale (10 partite giocate), ma è il capofila dei nuovi creativi, che uniscono una tecnica superiore a una grande velocità di esecuzione, un mix che li rende letali sulla trequarti: come Alli del Tottenham (nell’Inghilterra c’è anche Rasfhord, altro 21enne), Sané del City e un altro tedesco, Julian Brandt 22enne del Bayer Leverkusen, già 16 presenze e 1 gol con la Mannschaft campione del mondo. Giovani fenomeni, di squadre dall’età media comunque bassa: quando gli altri sono già in mondovisione, gli azzurri devono ancora trovare il telecomando. Il battesimo si avvicina.

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