20 giugno 2018 - 22:53

Mondiali di Russia 2018: attaccanti scatenati, è un ritorno alle origini

Di solito sono i più lenti a mettersi in moto perché molto marcati e perché gli avversari all’inizio hanno ancora illusioni intatte: questa volta hanno risposto quasi tutti in fretta

di Mario Sconcerti

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Ricordo pochi altri Mondiali dove gli attaccanti più attesi hanno risposto così in fretta. Di solito sono i più lenti a mettersi in moto perché molto marcati e perché gli avversari all’inizio hanno ancora illusioni intatte. Stavolta stanno segnando quasi tutti: Kane, Suarez, Mertens, Lukaku, Coutinho, Diego Costa, Griezmann, davvero una logica fuori dalle abitudini.

I più insoliti sono però i 4 gol di Ronaldo. Ne segnò 3 due anni fa in tutti gli Europei vinti, stavolta ha già una media impossibile da sostenere. In genere si diventa capocannonieri di un Mondiale con 6-7 gol in 5-7 partite. Rossi ne segnò 6 nelle ultime tre. Ne aveva segnati appena 3 nel Mondiale precedente. Tre soli gol in un torneo ed era diventato l’uomo più famoso nel mondo.

Questa è l’importanza di un avvenimento che per primo è stato globale. Quello di oggi sembra un torneo quasi esatto, segnano i migliori. È una sintonia da vecchio calcio, come quello dei ragazzi: vince sui prati chi ha quello che fa gol. È come se il professionismo si fosse così tanto dilatato da annullarsi, tutto è ritornato alle origini. Comanda semplicemente la natura, il più bravo a metterla in porta. Una semplicità così normale da diventare impropria. Il gol non può mai essere semplice, altrimenti finisce il segreto della bellezza. Nel gioco dell’eterno ritorno questo resta il tempo dell’essenziale, non ci sono più tattiche, la guida è il gol, il santo è colui che sa segnarlo.

Ronaldo diventa così l’uomo decisivo, è come se il Mondiale dipendesse da lui. Se continua a segnare, chi può fermare il Portogallo? Nessuno. Quindi, o il calcio è un gioco banale, deterministico, o Ronaldo rallenterà la sua media per rendere la posta variabile. Nessuno sa come andrà. Certo Messi ha più squadra, Kane ha più popolo, Mertens più magia. Griezmann più fascino muscolare nero alle spalle. Ma Ronaldo ha l’esattezza che rende il calcio un gioco serio, una grandiosa superfice. In sostanza la sintesi è la realtà contro Ronaldo. Comunque una grande partita.

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