3 febbraio 2019 - 22:29

Hamsik e la Cina: l’ultimo saluto al Napoli senza clamori

Al Dalian guadagnerà 27 milioni in 3 anni. Lascia in sordina la città che lo ha amato, onorato e anche criticato, dove però ha conquistato il rispetto

di Monica Scozzafava

Bandiera Marek Hamsik, 31 anni, lascia il Napoli dopo 12 stagioni (Ansa) Bandiera Marek Hamsik, 31 anni, lascia il Napoli dopo 12 stagioni (Ansa)
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Va via senza voltarsi indietro, domani per Marek Hamsik è davvero un altro giorno. L’alba di una nuova vita, nella Cina dorata, ma anche calcisticamente complicata, che per tanti mesi gli aveva teso la mano, fino a conquistare la sua testa. Per il cuore ci vorrà un po’, ma Hamsik è l’evoluzione umana di un robot: fa quel che è giusto, non sempre quel che vuole veramente. La mano sul petto, sabato scorso al San Paolo, è stato l’ultimo e unico saluto. Per lui autentico, senza squilli di tromba.

Il capitano silenzioso non poteva lasciare la scena in maniera diversa. Ricalcando il copione di dodici anni fa, quando era arrivato dal Brescia. Erano in pochi e anche diffidenti ad aspettarlo a Castel Volturno, in pochi (inconsapevoli) sabato scorso sugli spalti del San Paolo a dirgli addio. Lascia in sordina la città che lo ha amato, onorato e anche criticato, dove però ha conquistato il rispetto, al primo posto nella sua scala di valori. Ha giocato in maglia azzurra 520 partite, record di presenze. Centoventuno i gol, più su di tutti. Più in alto di Maradona.

Marekiaro, il nome con cui qui è stato ribattezzato, ha vinto poco: due Coppe Italia e una Supercoppa, ma è diventato il simbolo della rinascita dopo il fallimento. La Cina è la sua rinascita, una nuova occasione dove concludere una carriera fatta più di gloria che di trionfi. Nove milioni l’anno per tre stagioni, ci ha pensato e ripensato. Aveva 16 anni, quando convinse suo padre Richard a vendere l’auto per racimolare tremila euro e trasferirsi allo Slovan, la squadra più importante della Slovacchia. La fine del ciclo è scritta nel contratto che firmerà oggi e che gli garantirà ventisette milioni in tre anni. Un’operazione da 57 milioni per i cinesi del Dalian Yifang, che al Napoli hanno girato un bonifico di venti.

Indietro non si torna. L’ultima maglia indossata per Napoli-Sampdoria è già nel cassetto di un altro capitano della storia recente, Paolo Cannavaro. Il primo napoletano che lo aveva accolto a luglio del 2006 e che gli aveva consegnato la fascia. Il primo napoletano ad approdare in Cina. Domani è un altro giorno, la fine di un ciclo e l’inizio di un Napoli diverso senza «capitan cresta», che sentirà l’assenza dell’uomo che non ha mai alzato la voce, ha accettato il record delle sostituzioni, ha assecondato le diverse scelte ideologiche sul suo ruolo.

Non c’è un sosia di Hamsik, ha detto Ancelotti. Ma Marek il suo erede lo aveva designato già in estate, quando aveva fatto e poi disfatto le valigie per la Cina. Il domani è di Piotr Zielinski, disse. Domani è un altro giorno per lo slovacco diventato partenopeo, che ha scelto di andar via a mercato chiuso. E senza spaventare troppo i suoi tifosi.

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