22 febbraio 2019 - 21:52

Basket, l’Italia ai Mondiali di Cina 2019: battuta l’Ungheria 75-41. Qualificati dopo 13 anni

Gli azzurri centrano il risultato minimo, trascinando alla fase finale anche la Polonia

di Flavio Vanetti

(LaPresse) (LaPresse)
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Dopo tredici anni di assenza, l’Italia del basket ritorna nell’orbita della fase finale di un Mondiale. Andremo in Cina, l’Ungheria è stata stracciata (75-41) nel calore e nell’entusiasmo di Varese e nella partita che era da non sbagliare per evitare di complicarsi la vita sul più bello. Non è successo, mai c’è stato pericolo: l’Italia ha giocato e vinto con il collettivo e con la difesa (magiari cancellati e ridotti a punteggi da minibasket), ma ha anche espresso ottimi spunti individuali, come quelli di Della Valle (top scorer con 15 punti), Biligha, Abass, Brooks, Aradori e Gentile. La festa può allora esplodere: i giocatori rovesciano un secchio d’acqua in testa a coach Sacchetti, sul campo che vide le giornate trionfali della Ignis entra un arco con la scritta «Siamo tornati»: i giocatori, vestendo T-shirt che ricordano il prossimo viaggio verso il Cathay, lo varcano esultanti. Sì, andremo in Cina, dal 31 agosto sperando di allungare il più possibile la permanenza in un torneo che, per i più bravi, si concluderà il 15 settembre.

Ma qui ci si spinge eccessivamente nel futuro e probabilmente si entra nella dimensione di un sogno troppo grande. Per ora accontentiamoci di aver raggiunto la prima, importante meta: nel 2006, in Giappone, rompemmo un lungo digiuno di assenze iridate grazie a una wild card, pagata un bel po’ di soldi. Stavolta, invece, la qualificazione è ottenuta sul campo, proprio come quella del 1998, unica esperienza pre-Giappone e ultima apparizione a una fase finale conquistata per meriti sportivi. Dettaglio tutt’altro che accessorio: con questa promozione, l’Italia entra anche nel percorso che potrà portare ai Giochi 2020. La Cina, insomma, «chiamerà» Tokyo: sarà una strada importante ma non semplice, nella quale il c.t. Sacchetti sarà anche costretto a sacrificare un bel po’ di chi ha lavorato fin qui alla causa della qualificazione per fare spazio ai vari Belinelli, Gallinari, Datome, Melli, Hackett, insomma a quel gruppo di giocatori ai quali non si può rinunciare. Aggiungere qualità senza rovinare un bel gruppo: il compito del coach sarà arduo, anche sul piano umano.

La vittoria della Polonia in Croazia vale per i biancorossi una sostanziale ipoteca sul terzo e ultimo pass del girone J, ma è anche un ulteriore pungolo per l’Ungheria, più che mai condannata a battere l’Italia per tenere in vita speranze ormai ridotte al lumicino. Ma Azzurra è ben decisa a non complicarsi la vita e piazza un avvio all’insegna del ritmo e dell’intensità: tre canestri di un Gentile vivo e intraprendente, quindi un contropiede concluso da Della Valle ed è subito 8-0, anzi 10-0 perché al 4’30’’ Biligha schiaccia di prepotenza. L’Ungheria, che ha già ritoccato il quintetto iniziale inserendo il naturalizzato Jarrod Jones, non riesce a trovare la via del canestro (0/7). È proprio Jones a sbloccare lo zero sul tabellone, ma arriva la tripla di Della Valle a riportare in doppia cifra (13-2) il nostro vantaggio. Anche Sacchetti comincia con le rotazioni, inserendo Abass, Ricci, Aradori e infine Cinciarini nel quintetto che, in partenza, era stato formato da Vitali, Della Valle, Brooks, Gentile e Biligha. C’è un doppio fallo tecnico (Gentile e Keller) mentre il vantaggio dell’Italia non si espande e anzi si contrae leggermente proprio nel finale di quarto (15-9). Nulla di preoccupante, soprattutto se la difesa fa il suo lavoro; ma è anche il segnale che alla partita bisogna continuare a dare del «lei».

L’Italia prova così a riallungare e ci riesce con Pascolo e Aradori (19-9) prima di concedersi una pausa che l’Ungheria sfrutta per ricucire in parte (19-13). Time out di Sacchetti e dopo un canestro fortunoso di Aradori arriva un fallo su un tiro da tre di Della Valle: il margine torna confortevole (24-11). L’Ungheria perde anche palle e occasioni, la sua scarsezza comincia a prendere corpo. Azzurra, al contrario, aumenta l’intensità sui rimbalzi offensivi e sui recuperi. Da una situazione confusa nasce una tripla di Ricci allo scadere dei 24 secondi, seguita da un 1/2 dalla lunetta di Della Valle e da un canestro in entrata di Aradori: 30-13, l’impronta della Nazionale sul match è ormai chiara, anche perché i magiari cominciano a smarrirsi, oltre che negli errori seriali al tiro, nei contrasti duri e nei fallacci. A metà partita è 34-15 per l’Italia, che non ha medie balistiche esaltanti (38% e solo 2/8 da tre) ma che fa pur sempre molto meglio (28%) di un avversario fin qui demolito a rimbalzo (27-14, con 9 offensive rebounds) e tenuto imbrigliato su tutti i fronti.

Una tripla di Benke subito smontata da un trepunti di Brooks apre il secondo tempo. Biligha (quanti balzi e quanta energia!) prima firma il +19 (39-20) e poi con una stoppata stellare crea i presupposti per il rovesciamento di fronte e per la bordata di Abass (45-23). Il massimo vantaggio azzurro viene ritoccato da Aradori con una tripla: 50-26. E’ un altro cazzotto per l’Ungheria, che tenta una timida reazione, utile però solo a ridurre lo scarto e nemmeno in maniera significativa (52-33 alla fine del terzo quarto). Brooks, Biligha e infine Abass (quest’ultimo da tre) ripristinano quanto era stato eroso, Vitali completa la serie portandoci a +25 (61-36) e fissando il nuovo massimo vantaggio al 34’ (ci sarà poi addirittura il +34 - 75-41 al 39’ -, grazie alle bombe di Della Valle e Filloy). Game, set and match: l’Ungheria non è mai esistita e il suo valore è quello che è. Ma non è il caso di sottilizzare: Azzurra aveva una missione e l’ha portata a termine nel migliore dei modi. Per ora questo basta e avanza. Meo Sacchetti si becca un meritato secchio d’acqua in testa da parte dei suoi prodi, che festeggiano agitando bandiere cinesi.

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