12 marzo 2019 - 22:53

Juve-Atletico 3-0, Ronaldo scatenato: tripletta e bianconeri ai quarti

Due gol di testa, poi il rigore all’86’: la squadra di Allegri punisce quella del Cholo, impaurita e irriconoscibile e ribalta la gara d’andata

di Alessandro Bocci, inviato a Torino

(LaPresse) (LaPresse)
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Lo hanno acquistato per notti così, per provare a vincere la Champions e Cristiano Ronaldo, nel momento del bisogno, si prende la Juventus. La prima tripletta bianconera vale i quarti di finale e il siuuu dello Stadium, dopo il rigore del definitivo 3-0, quattro minuti prima del 90’, è l’urlo liberatorio di un popolo che non ha mai smesso di crederci.

La Juve c’è, forte nella testa prima che nelle gambe, sorretta da un campione inarrivabile. Una qualificazione storica. Mai aveva recuperato un 2-0. CR7 segna due volte di testa, chiude dal dischetto senza tremare e completa la rivincita nel suo eterno derby con l’Atletico imitando il brutto gesto degli «huevos» di Simeone al Metropolitano. Una notte magica e perfetta per gli juventini, da dimenticare per il Cholo, che non aveva mai perso contro le italiane e stavolta invece subisce una batosta che non scorderà.

Juventus, le sei mosse con cui Allegri ha abbattuto il muro di Simeone
Allegri lo sapeva

L’altro vincitore è Allegri. Lo hanno messo in croce, ma è ancora al centro della scena, più forte di prima: in tre settimane riempie il bicchiere bianconero e nell’ora della verità azzecca tutte le mosse. Uno stratega geniale, uno psicologo oltre che un allenatore. La Juve vince su tutta la linea: gioco, grinta, temperamento.

Lo Stadium è una bolgia, la partita una battaglia su ogni pallone. La rete di Chiellini sulla prima mischia, annullata per un fallo di Ronaldo sul portiere, è il prologo di una serata indimenticabile. Allegri sorprende Simeone sistemando Emre Can nella difesa a tre, una mossa che serve a neutralizzare Morata e a coprire le spalle a Cancelo, dando ampiezza alla manovra della Juve che spinge sugli esterni con il portoghese e Spinazzola, sfrutta i movimenti lievi dell’imprendibile Bernardeschi tra centrocampo e attacco e gli inserimenti di Matuidi. Alla squadra di Allegri non fa difetto la determinazione, ma non è facile sfondare il muro dei Colchoneros. Nel momento in cui la Juve perde un po’ di spinta e forse di fiducia, trova la rete della speranza: l’incornata di Cristiano su Juanfran è perfetta, ma altrettanto bello il cross profondo di Bernardeschi. L’Atletico subisce e non riesce a ripartire.

Il raddoppio, che riequilibra i conti, arriva in avvio di ripresa, sempre per merito di Ronaldo e sempre di testa, il pallone (crossato da Cancelo) è dentro di un soffio e lo Stadium impazzisce. Mandzukic spreca di testa l’occasione per completare la rimontona. Simeone, una furia in panchina, prova a cambiare spartito inserendo Correa al posto del disastroso Lemar con l’obiettivo di dare maggiore impulso alle ripartenze.

Nella partita a scacchi tra gli allenatori Allegri a metà ripresa gioca la carta Dybala al posto del debuttante Spinazzola con Emre Can addirittura terzino destro e Cancelo a sinistra nella difesa a quattro, Dybala e Bernardeschi esterni. Una squadra superoffensiva per evitare i supplementari. Anche questa mossa è giusta. Il giovane Kean (per Mandzukic) getta via il 3-0, il portentoso Berna conquista il rigore che Ronaldo trasforma nell’apoteosi. E comincia la festa. In campo e sugli spalti. La Juve non ha ancora fatto niente, ma ha già fatto tantissimo.

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