15 giugno 2018 - 22:26

Mondiali 2018 in Russia: Argentina elettrica, entra in scena Messi.
Ma l’Islanda è senza paura

Il c.t. Sampaoli si è difeso dalle accuse che volevano farne un Weinstein del pallone, ha scontentato molti per le convocazioni (Icardi) e qualcuno per la squadra che schiererà

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Quale Messi sarà lo sanno soltanto gli dei del pallone. Quello del Barcellona che nella Liga ha segnato 383 gol in 418 partite (media 0,92) e in Champions 100 in 125 (media 0,80)? Oppure quello che in Nazionale cala a 64 in 124 (media 0,52) e ai Mondiali precipita a 5 in 15 (0,33)? Quale Islanda sarà, invece, è nelle parole programmatiche del c.t. Hallgrimsson, che risponde così alla decima domanda su come si ferma Messi: «Se dicessi a un mio giocatore di pensare soltanto a marcare lui, anche se è il giocatore più forte del mondo, darei un pessimo segnale a tutta la squadra. Lo marcheremo con l’organizzazione». Argentina-Islanda segna al contempo l’ultima grande occasione di Leo per vincere un Mondiale (tra una settimana compirà 31 anni) e il debutto Mondiale della Nazionale per cui tifano (quasi) tutti quelli che non hanno la loro squadra a Russia 2018. La differenza di approccio è clamorosa. L’Argentina è un filo elettrico scoperto. Sampaoli si è difeso dalle accuse che volevano farne un Weinstein del pallone, ha scontentato molti per le convocazioni (fuori Icardi) e qualcuno per la squadra che schiererà oggi (non convincono la coppia Biglia-Mascherano e Dybala in panchina). Adesso deve trovare il modo per sfruttare un attacco di grande qualità e coprire una difesa rivedibile.

Messi incombe sulla gara, con tutto il suo carisma, ma anche con le difficoltà che ha sempre trovato al Mondiale: «Ho detto che l’Argentina è più di Messi che mia — spiega Sampaoli — e lo ripeto. Io, come allenatore, posso dare un’impronta alla squadra, ad esempio ci siamo preparati molto sul gioco aereo e sui falli laterali che gli islandesi usano come se fossero corner, ma la differenza la fanno sempre i giocatori. E se il tuo giocatore è Messi...». Sullo sfondo c’è anche la guerra infinita tra Leo e Cristiano Ronaldo, che quest’anno ha vinto la terza Champions League consecutiva e ha messo una seria ipoteca sul sesto Pallone d’oro (2008, 2013, 2014, 2016, 2017), che gli permetterebbe di sorpassare la Pulga (2009, 2010, 2011, 2012, 2015). Messi, per impedirlo, dovrebbe vincere Russia 2018 e questo vuol dire pressione extra. Nei giorni scorsi, Leo ha risposto alla domanda se questo sarà il suo ultimo Mondiale: «Abbiamo perso tre finali consecutive (il Mondiale 2014 e la Coppa America 2015 e 2016; ndr) e questo ci ha fatto vivere momenti difficili. Abbiamo avuto opinioni molto diverse, rispetto alla stampa argentina, sul reale valore di questi risultati. Così quello che farò dopo il Mondiale dipende molto da come andrà a finire». Altra serenità sul fronte islandese, con Hallgrimsson che si è permesso di scherzare: «Prima che me lo domandiate, vi dico subito che continuo a essere un dentista e che sempre lo sarò. L’Europeo non è stato un miracolo, siamo qui con merito. È impossibile non amarci: siamo pochi, piccoli, lontani. Non diamo fastidio a nessuno. Non abbiamo mai partecipato a una guerra. Siamo stati coinvolti solo nella Guerra Fredda, ma non si è fatto male nessuno. E poi siamo belli».

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