19 giugno 2018 - 21:48

Mondiali 2018, Russia-Egitto 3-1: Salah si sveglia tardi, padroni di casa già (quasi) agli ottavi

Nella seconda partita del girone la squadra di Cherchesov segna tre gol in un quarto d’ora. L’attaccante, al rientro dopo l’infortunio, accorcia su rigore

di Paolo Tomaselli, inviato a San Pietroburgo

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La Russia prende a pallonate anche l’ultimo pezzo di muro calcistico e per la prima volta dalla dissoluzione dell’Urss si prepara a sbarcare agli ottavi di finale del Mondiale. La qualificazione aritmetica ci sarà solo oggi, perché prima l’Uruguay deve battere l’Arabia Saudita (in teoria ancora 3 squadre possono chiudere a 6), ma appunto è una pura formalità. E l’entusiasmo dei 65 mila di San Pietroburgo più che da notti bianche è da notte in bianco.

Perché l’imminente ritorno russo tra le migliori sedici del mondo non è certo in punta di piedi: 3 gol all’Egitto in un quarto d’ora a inizio ripresa, dopo i 5 all’esordio contro gli arabi, consolidano l’autostima di una squadra che alla vigilia era piena di dubbi. E soprattutto costringono Cavani e compagni a fare gli straordinari: se la Celeste non batte l’Arabia con 7 gol di scarto, allora alla Russia basterà un pareggio nello scontro diretto alla terza giornata. Ma avrà tempo per pensarci, anche per capire se sarà meglio incrociare Cristiano Ronaldo o la Spagna, sempre che l’Iran non faccia l’impresa.

Il verdetto già del tutto ufficiale è invece un altro: Salah è la prima stella cadente del Mondiale. Ed essendo il cielo ancora chiaro, coerentemente, non si fa vedere: il numero 10 egiziano non giocava dal 26 maggio, quando a Kiev nella finale di Champions si infortunò alla spalla con la gentile collaborazione di Sergio Ramos. Che non sia oltre il 50% della forma è comprensibile. Un po’ meno che sbagli l’occasione dell’1-1 che poteva cambiare il corso della sua serata d’Egitto: il rigore del 3-1 — assegnato dalla Var dopo che l’arbitro aveva concesso punizione dal limite per fallo di Zobnin sullo stesso Salah — cambia di poco la prospettiva. La squadra di Cuper aveva bisogno della versione migliore del campione del Liverpool e ha perso la speranza di fare un altro tipo di Mondiale proprio nella notte di Kiev.

Dopo un primo tempo equilibrato, Cuper resta comunque impietrito mummia-style di fronte all’autogol che spalanca alla Russia la vittoria: cross di Golovin da destra, respinta del portiere, tiro di Zobnin che Fathi, disturbato alle spalle da Dzyuba, riesce nella impresa non facile di svirgolare nell’angolino basso alla sinistra di El Shenawy: è addirittura il quinto autogol dopo solo 17 partite.

La Russia accelera e Cheryshev segna la terza rete in due gare: cross basso del brasiliano Mario Fernandes sempre da destra e anticipo su due difensori del talento cresciuto in Spagna. Tre minuti dopo anche Dzyuba torna al gol (e al saluto militare) superando Gabr con facilità e scaricando in porta tutta la sua potenza.

Mercoledì i russi tiferanno Uruguay: l’ultima volta che avevano vinto due partite iniziali era il 1966 e c’era ancora Jascin. L’ultima volta agli ottavi, a Messico 86, c’erano Dasaev e Blochin. E c’era ancora il muro. Quella che sta per arrivare ha davvero il sapore di una prima assoluta.

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