22 settembre 2018 - 10:53

Le scarpe da running che danno «superpoteri». La nuova sfida di Brooks

Una «Superhuman Academy» per lanciare i prodotti che favoriscono il «ritorno di energia». La ricerca sui materiali senza dimenticare il lavoro sull’aspetto mentale

di Riccardo Bruno

Justine Mattera, showgirl, runner e triatleta, alla «Superhuman Academy» di Brooks in Portogallo Justine Mattera, showgirl, runner e triatleta, alla «Superhuman Academy» di Brooks in Portogallo
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Che cosa c’entra una vasca zeppa di cubetti di ghiaccio con la capacità di una scarpa di farti correre più veloce. Alla Brooks — azienda americana ultracentenaria nata producendo calzature per il baseball che si è specializzata nel running — sanno bene che una buona corsa è una miscela di gambe e testa. Così, per presentare i loro nuovi prodotti che hanno la caratteristica di restituire energia a ogni passo, come i superpoteri dei personaggio dei fumetti, hanno pensato a una Superhuman Academy. Un training di «formazione» in Portogallo, sulla costa atlantica vicino a Lisbona (presenti anche atleti come l’ironman Daniel Fontana, e Justine Mattera, la showgirl diventata ambasciatrice degli sport di endurance), dove la corsa era soltanto l’ultimo tassello, la tappa finale. Prima appunto, l’immersione in una vasca di ghiaccio, esercizi per gli addominali appesi e penzolanti sulla facciata di un edificio, e una camminata sulla fune a qualche metro d’altezza.

Intersuola ad alta prestazione

Per correre più veloci, cosa che più di ogni altra aspira ogni runner, non servono solo gambe (e scarpe) reattive: ma testa, equilibrio, capacità di concentrazione, sensibilità nel controllare ogni muscolo del proprio corpo. Solo quando avrai acquistato consapevolezza della tua forza, un paio di scarpe potranno davvero esserti utili a migliorare di qualche secondo al chilometro, che fanno diversi minuti al termine di una mezza o di una maratona. Le principali aziende produttrici di calzature sportive stanno spingendo sulla ricerca di soluzioni e materiale che aiutino a diventare «superuomini». Le ultime nate in casa Brooks sono quanto di meglio può offrire in questo momento la ricerca: la Levitate 2 (neutra, evoluzione del modello precedente), la Bedlam (con supporto) e la Ricochet (più leggera). Tutte e tre utilizzano il sistema DNA AMP, un’intersuola ad alta prestazione, ovvero del poliuretano ingegnerizzato in grado di resistere più a lungo, restituire energia e adattarsi al runner, al suo peso e al suo ritmo.

Il peso

Le nuove scarpe Brooks sono leggere (per quanto riguarda ad esempio la Levitate 2: 318 grammi per gli uomini, 281 per i modelli femminili, con le Ricochet si scende rispettivamente a 292 e 261 grammi), curate nel design e funzionali sia per chi corre ad andature sostenute, sia per chi è più un «tapascione», ovvero fa più jogging che running. «Tutto quello che facciamo in Brooks, lo facciamo pensando al corridore, in modo da rendere la sua esperienza di corsa la migliore possibile — spiega Matt Dodge, managing director Brooks per Europa, Medio Oriente e Africa —. Il DNA AMP di Brooks è pensato per trasformare i runner ordinari in veri supereroi. E chi dice che non lo siano».

La ricerca del benessere

Nelle Bedlam è presente un particolare supporto chiamato «GuideRails», studiato per facilitare l’allineamento naturale del corridore, riducendo la rotazione eccessiva del tallone, della tibia e un eccessivo movimento del ginocchio. In tutti i nuovi modelli, la sensazione di corsa resta molto gradevole, di comodità e allo stesso tempo di spinta. Si va davvero più veloci? La sensazione è quella, senza dimenticare l’insegnamento della Superhuman Academy di Brooks. Se non si impara a conoscere se stessi e sentire il proprio corpo, in pratica a usare la testa anche e soprattutto quando si corre, nessuna scarpa può aiutarti ad andare più forte. Che in fondo è (o dovrebbe essere) il vero obiettivo del runner amatoriale: divertirsi e sentirsi meglio dopo una sgambata (ognuno al proprio passo).

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