18 aprile 2019 - 11:40

Sony Awards, vince l’italiano Borella con «Five degrees» sui suicidi dei contadini indiani legati alla siccità

Il 35enne di Bologna si aggiudica la dodicesima edizione del concorso con un reportage sull’aumento del numero di suicidi nel Continente legati ai cambiamenti climatici, con siccità e catastrofi naturali che distruggono interi raccolti e speranze delle famiglie

di Silvia Morosi, inviata a Londra

Sony Awards, vince l’italiano Borella con «Five degrees» sui suicidi dei contadini indiani legati alla siccità
shadow

Cosa lega l’aumento delle temperature a del Pianeta a quello dei suicidi? Con il moltiplicarsi di fenomeni naturali che compromettono i raccolti - inondazioni, siccità, monsoni e altre catastrofi che distruggono le produzioni agricole - sono migliaia i contadini indiani che, strozzati dai debiti contratti con banche e prestatori di denaro, decidono di togliersi la vita. Catturato nella morsa degli usurai, si arrendono alla disperazione e alla vergogna che provano verso famiglia e società. A raccontare le loro storie è il progetto «Five Degrees» dell’italiano Federico Borella, vincitore della 12esima edizione dei Sony World Photography Awards, annunciati mercoledì sera a Londra. La serie di scatti premiata con il primo posto come «Documentario», ha superato le altre nove opere vincitrici delle diverse categorie nella sezione «Professional», che ha visto affermarsi anche altri italiani: il duo artistico composto da Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, vincitore del primo premio nella categoria Discovery; Alessandro Grassani, vincitore del primo premio nella categoria Sport e Massimo Giovannini, vincitore del secondo premio nella categoria «Ritratto».

Viaggio in India

«È andata meglio del previsto», ha detto emozionato Borella, 35 anni, originario di Bologna, subito dopo la proclamazione. Gli scatti raccontano la piaga dei suicidi maschili nella comunità agricola di Tamil Nadu, nell’estremo sud dell’India, colpita dalla più grave siccità degli ultimi 140 anni. Ispirato da uno studio dell’Università californiana di Berkeley, che ha riscontrato una correlazione positiva tra il cambiamento del clima e l’aumento nel numero dei suicidi tra i contadini indiani, Borella ha esplorato questa regione e la sua comunità attraverso immagini che toccano diversi piani: dal paesaggio al ritratto, con un focus su quello che significa l’assenza di un capofamiglia per la comunità, di un marito, un padre, un fratello per i propri cari. «Senza un intervento mirato delle istituzioni, il surriscaldamento globale farà aumentare il numero di suicidi in tutta l’India», ha spiegato Borella, arrivando nel tempo a rappresentare una minaccia per tutta l’umanità. «Abbiamo un solo Pianeta, cerchiamo di volergli bene», è invito, che ricorda quello lanciato negli ultimi mesi dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg.

Sony World Photography Awards 2019: tutti i finalisti delle categorie Open e Giovani
Il concorso

I numeri dell’emergenza

Si stima che un totale di 59.300 suicidi di agricoltori indiani negli ultimi 30 anni siano attribuibili al climate change. Una situazione che potrebbe, anche, aggravarsi: secondo gli esperti, le temperature nel Paese potrebbero aumentare di altri cinque gradi Fahrenheit entro il 2050, con conseguenze preoccupanti per il settore agricolo, che rappresenta ancora la principale fonte di reddito per la maggior parte della popolazione, oltre che il 14 per cento del Pil. Diversi agricoltori — chiarisce Borella — «si imbattono in debiti per investire nella produzione, nella manutenzione dei macchinari e anche nell’acquisto di ogm. Qualcuno arriva a cambiare vita e lavoro, lasciando i raccolti distrutti dalla siccità. Per chi resta, l’agricoltura rappresenta una minaccia di morte».

Una società colpita nell’anima

La giuria de premio è stata attratta dalla sua capacità di raccontare una storia che ha messo in primo piano con delicatezza le persone colpite, «utilizzando diverse tecniche: ritratti, nature morte, vedute aeree e paesaggi. Un approccio a 360 gradi che dà movimento al racconto», ha aggiunto Brendan Embser, giurato e curatore editoriale. Al tema ambientale Borella ha iniziato a interessarsi sin da piccolo: «Mia mamma — ricorda — mi regalò il libro 50 cose che puoi fare per salvare il Pianeta. Questo progetto è un primo passo, ora grazie al premio spero di portare avanti un progetto che prevede lo studio di diverse mete». Non dimentichiamoci, però, conclude che la sfida ambientale riguarda tutti: «L’impatto dei cambiamenti climatici influisce sul benessere umano globale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT