23 gennaio 2019 - 17:58

Usa, una repubblicana propone una tassa sul porno online per finanziare il muro con il Messico

Il disegno di legge della deputata dell'Arizona prevede il pagamento di 20 dollari per accedere ai siti a luci rosse

di Alessio Lana

Usa, una repubblicana propone una tassa sul porno online per finanziare il muro con il Messico
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Tassare il porno per costruire il muro. Questa in sintesi la proposta di Gail Griffin, deputata repubblicana dell'Arizona che ha pensato di far pagare a chi consuma la pornografia online gli esorbitati costi del muro che separerà gli Stati Uniti dal Messico. L'idea è di far pagare 20 dollari a tutti i cittadini dell'Arizona che vogliono accedere a siti a luci rosse e se già di per sé sembra un'idea curiosa è il metodo che fa sorridere.

Cosa prevede la bozza

La donna nel suo «Porn Tax Bill», come è stato battezzato, propone prima di tutto di dotare di un «porn blocker» tutti i dispositivi in grado di accedere a «materiale osceno» venduti o prodotti in Arizona. Poi, per rimuovere il blocco si dovrà innanzitutto provare di avere diciotto anni e poi pagare i 20 dollari. Non solo. La proposta di legge prevede la creazione del John McCain Human Trafficking and Child Exploitation Prevention Fund, un fondo per la prevenzione del traffico di umani e dello sfruttamento dei minori che si occuperà di costruire il muro lungo il confine tra Arizona e Messico.

L’applicazione del blocco

Si dirà che aggirare un blocco del genere è facile ma Griffin ha pensato anche a questo. Chiunque lo faccia sarebbe punibile con il carcere da sei mesi a un anno più tre anni sotto osservazione e 2.500 dollari di multa. Dall'altra parte dello spettro i produttori sarebbero invece costretti a pagare 500 dollari per ogni sito che non sono stati in grado di bloccare. Più le spese giudiziarie ovviamente. La legge, si sa, è anche questione di sottigliezze e la proposta di Griffin appare letteralmente pericolosa laddove va a spiegare cosa si intenda per «materiale osceno», ovvero ciò che «l'individuo medio applicando gli standard della comunità contemporanea... trovi che ricorrano a interessi pruriginosi. [Ciò che] rappresenta o descrive l'attività sessuale in modo palesemente offensivo con rappresentazioni audio o visive [senza] un serio valore letterario, artistico, politico o scientifico».

I dubbi (etici e tecnologici)

Molti giornali statunitensi si stanno interrogando su questa proposta. Come si vede infatti la definizione di «materiale osceno» è molto larga, lascia ampio spazio di interpretazione e soprattutto di censura. Dopo tutto cos'è letterario, artistico, politico o scientifico per «l'uomo medio»? Pagando la tassa poi ci si denuncerebbe pubblicamente come fruitori di pornografia con le eventuali conseguenze del caso. Da ultimo, se la proposta diventerà legge, chi vorrà navigare a luci rosse si ritroverebbe a finanziare un muro criticato da più parti. Insomma, tanti dubbi etici e legali a cui aggiungono quelli tecnologici – sarebbe difficile controllare chi effettivamente ha raggirato i blocchi o non li ha applicati con attenzione – ed economici. Si andrebbero a tassare infatti imprese che sono legalmente registrate e pagano regolarmente le tasse. Altre proposte simili sono state avanzate anche in altri stati, dalla Virginia alla Carolina del Sud passando per Alabama, Kentucky e Utah ma nessuna è stata ancora approvata. Diverse organizzazioni non governative hanno infatti dato battaglia sull’argomento citando, tra gli altri, la libertà personale, la privacy e il fattore economico.

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