28 maggio 2019 - 14:01

Perché il Ramadan è un affare d’oro per Google e Facebook

Durante il mese sacro per i musulmani il tempo trascorso sulle piattaforme web aumenta parecchio, soprattutto perché i fedeli hanno molti più momenti di inattività rispetto al solito. E gli inserzionisti ne traggono un enorme vantaggio

di Andrea Federica de Cesco

Perché il Ramadan è un affare d'oro per Google e Facebook
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Martedì 4 giugno si concluderà il Ramadan, iniziato lunedì 6 maggio (le date esatte dipendono da osservazioni astronomiche locali e possono variare da Paese a Paese). Ramadan è il nome del nono mese dell’anno nel calendario lunare musulmano, quello in cui - secondo la tradizione islamica - Maometto ricevette la rivelazione del Corano «come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza». Per i musulmani è il mese sacro del digiuno, dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. In questo periodo di 29 o 30 giorni, a seconda degli anni, i musulmani praticanti adulti e sani non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, quando il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua; c'è quindi il pasto serale («iftar»), a cui segue un pranzo leggero prima dell'alba («suhoor»). Negli ultimi anni, però,  il modo in cui i fedeli trascorrono le lunghe giornate del Ramadan (ci sono circa 1,8 miliardi di musulmani nel mondo) è cambiato molto. Il motivo va ricercato nella tecnologia e, soprattutto, nei social network e nelle piattaforme web.

L’aumento del tempo trascorso su Facebook e YouTube

Secondo i dati raccolti dall'Associated Press, in Medio Oriente durante il mese sacro rispetto al resto dell'anno il tempo trascorso su Facebook aumenta del 5% (pari a due milioni di ore in più al giorno, per un totale di 58 milioni di ore aggiuntive). Cresce moltissimo anche quello speso su YouTube, con un aumento del 151% delle visualizzazioni di serie tv e soap opera; in Egitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, ad esempio, la visualizzazione di video sportivi cresce del 22%, quella di video di viaggio del 30%, quella di giochi di azione e di simulazione e di videogiochi del 10-20% e quella di contenuti religiosi del 27%. Ciò è dovuto al fatto che i fedeli in questi giorni passano molte ore svegli di notte e sono inattivi per parecchio tempo; generalmente, inoltre, le ore di lavoro si riducono.

I vantaggi per gli inserzionisti

Di conseguenza, il Ramadan risulta un periodo estremamente redditizio per gli inserzionisti e in particolare per Facebook e Google, proprietario di YouTube. «Le nostre entrate dipendono dal coinvolgimento delle persone», ha spiegato ad AP Ramez Shehadi, managing director di Facebook per il Medio Oriente e il Nord Africa. «Più tempo trascorrono sulle nostre piattaforme, più gli inserzionisti si sforzano di raggiungere gli utenti. È questo meccanismo a spingere le nostre entrate». Durante il Ramadan le entrate pubblicitarie sono così alte che Google ha lanciato il premio "The Lantern Award" per celebrare gli annunci più creativi e coinvolgenti del mese.

I servizi di Google per il Ramadan

A detta di Joyce Baz, responsabile della comunicazione di Google per il Medio Oriente e il Nord Africa, il fatto che le persone dedichino più tempo ai servizi di Google in quello che dovrebbe essere un mese di preghiera e di meditazione non rappresenta una contraddizione. «YouTube spinge le persone a stare insieme», ha commentato. «Molti desiderano guardare video in compagnia». Baz ha affermato poi che i prodotti di Google, come il suo motore di ricerca, sono pensati per semplificare la vita degli utenti, in modo da permettere loro di focalizzarsi su ciò che conta davvero, come i loro cari e la loro famiglia. Il servizio Qibla Finder di Google invece consente di individuare la posizione della Mecca (col termine arabo "qibla" si indica la direzione della città de La Mecca e del santuario islamico della Caaba, cui deve rivolgere il proprio viso il devoto musulmano quando è impegnato nella preghiera).

I comportamenti degli utenti nel mese sacro

Google ha fornito all'Associated Press alcune informazioni interessanti riguardo ai comportamenti dei propri utenti nel mese sacro. In Egitto, Iraq e Arabia Saudita durante la prima settimana di Ramadan tra le principali chiavi di ricerca figuravano "Game of Thrones", "tempi di preghiera", "programmi TV Ramadan", "orari dei film" e "risultati della Premier League inglese". Mentre tra le app più scaricate in Medio Oriente nel Google Play Store ci sono giochi come Stack Ball, app di streaming come Vu e Shahid e i rivenditori online Noon e Jolly Chic. L'iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno diurno e che rappresenta un importante evento sociale, spiega perché in questo periodo le ricerche relative ai prodotti di bellezza aumentano del 16% e quelle relative a consigli di bellezza su YouTube del 18%. Inoltre, secondo Google Maps le visite ai centri commerciali crescono del 20% nelle ultime settimane del mese sacro con l'approssimarsi della festa del Eid al-Fitr, durante la quale i musulmani dopo i sacrifici del mese di digiuno rendono grazie a Dio per averli sostenuti nello sforzo.

Le strategie delle piattaforme web

Google ha addirittura identificato sei categorie di utenti per aiutare le aziende a comprendere meglio le abitudini dei consumatori nel Ramadan: osservanti scrupolosi, digiunanti devoti, amanti della buona cucina, appassionati della toeletta,viaggiatori e compratori. «YouTube è un compagno durante il Ramadan, una piattaforma dove gli spettatori possono guardare ciò che vogliono ogni volta che vogliono durante il giorno», ha spiegato Google agli inserzionisti. Instagram e Facebook, che in Medio Oriente hanno circa 180 milioni di utenti, in occasione del mese sacro lanciano invece icone speciali dedicate al Ramadan per consentire alle persone di esprimersi online in modo più personalizzato; esiste anche una campagna di Instagram per promuovere atti di gentilezza durante il mese. «Il nostro scopo è amplificare e propagare la gentilezza, in opposizione a ciò che all'apparenza potrebbe sembrare un'estensione del consumismo», ha detto Shehadi. «Ciò è in sintonia con l'ethos del Ramadan e sicuramente con quello di Facebook, che consiste nell'unire le persone intorno a cose che sono importanti per loro». 

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