31 marzo 2019 - 13:24

Zuckerberg: «Internet ha bisogno di regole nuove, i governi abbiano un ruolo più attivo»

Il fondatore di Facebook scrive sul Washington Post e chiede di agire per «garantire l’integrità del processo elettorale, proteggere la privacy delle persone e garantire la portabilità dei dati»

di Redazione online

Zuckerberg: «Internet ha bisogno di regole nuove, i governi abbiano un ruolo più attivo»
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Dopo la svolta (per ora solo annunciata) sul tema della privacy, Mark Zuckerberg torna a sorprendere. E lo fa, questa volta, con una lettera aperta al Washington Post, nella quale chiede esplicitamente «nuove regole» per «proteggere Internet dai contenuti pericolosi». E per avere quelle nuove norme, scrive il fondatore di Facebook, occorre «un ruolo più attivo da parte dei governi». Sotto attacco — ormai da mesi — per la diffusione di fake news sulle sue piattaforme (Facebook, Whatsapp, Instagram), per gli episodi di mancata protezione dei dati personali (le milioni di password degli utenti conservate in un file di testo semplice, privo di ogni tipo di crittografia, per anni), per servizi come Facebook Live, utilizzati in diversi episodi da terroristi per dare pubblicità alle proprie azioni criminali, Zuckerberg chiede, in sostanza, un rinnovamento delle norme relative al web su quattro aree:

- la gestione di contenuti «tossici»: «Molti politici mi dicono spesso che noi, a Facebook, abbiamo troppo potere sulla libertà di parola. E io, francamente, sono d’accordo», dice Zuckerberg, ricordando come a Facebook spetti l’onere di cancellare contenuti tossici in base a regole che non sono univoche, né in grado di coprire la varietà dei post degli utenti. L’idea di Zuckerberg è quella di «fare in modo che enti indipendenti fissino degli standard» e misurino su quelli l’attività delle aziende, che dovrebbero pubblicare dei report sull’efficacia della loro azione di rimozione di quei contenuti.

- la garanzia dell’integrità del processo elettorale: Facebook ha già effettuato cambiamenti nel suo modo di gestire le pubblicità elettorali, ma Zuckerberg stesso segnala che l’argomento è più vasto: «Le leggi sulla pubblicità politica si concentrano, di solito, su candidati ed elezioni, piuttosto che su messaggi divisivi, in torno ai quali, invece, abbiamo visto più sforzi di interferire. Non solo: alcune leggi si applicano solo durante la campagna elettorale, mentre le campagne di informazione non si fermano mai. Per non parlare dell’uso dei dati e delle operazioni di targeting», al centro, ad esempio, del caso Cambridge Analytica. Secondo Zuckerberg, «le leggi» su questi punti «devono essere aggiornate» per riflettere lo stato dell’arte delle minacce realmente esistenti.

- la protezione della privacy degli utenti: secondo il fondatore di Facebook, è importante giungere a una cornice legislativa globale, sul modello della General Data Protection Regulation dell’Unione europea. «Le nuove regole allo studio negli Stati Uniti», dice Zuckerberg, «non dovrebbero obbligare le aziende a conservare i propri dati nella località di residenza dell’utente» (un requisito potenzialmente dannosissimo, per Facebook); e dovrebbero chiarire alcuni dei punti che il GDPR lascia aperti (in particolare l’utilizzo «delle informazioni per servire l’interesse pubblico e per l’intelligenza artificiale»).

- la portabilità dei dati, che per Zuckerberg dovrebbe somigliare più al processo con il quale si usa l’ID di Facebook per accedere a una app che non all’attuale procedura, che implica la necessità per l’utente di scaricare tutti i suoi dati.

«Rinnovare le regole» su queste aree «permetterà di conservare il meglio del web - la liberà per chiunque di esprimersi, e per gli imprenditori di innovare - e, allo stesso tempo, proteggere la società». E, secondo Zuckerberg, si tratta di un passaggio necessario, per «definire campi precisi di responsabilità per le persone, le aziende e i governi, di qui in avanti».

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