Fermo, la rabbia dei giudici di pace
«Non siamo magistrati di Serie B»

Fermo, la rabbia dei giudici di pace «Non siamo magistrati di Serie B»
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 06:55
FERMO - «​Non siamo figli di un Dio minore!»: è quanto rimarcano i giudici di pace che, per protestare contro l’ultima circolare del ministero, non parteciperanno alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario in programma domani ad Ancona. A dirlo è Roberta Tesei, presidente del distretto delle Marche dell’associazione nazionale dei giudici di pace, la quale diffonde una nota dello stesso sodalizio con cui si ricorda che proprio il 26 gennaio 1978, giusto 40 anni fa, il vicepretore onorario di Prizzi, Ugo Triolo, fu barbaramente ucciso dalla mafia.

«Nell’imminenza del quarantennale dal suo assassinio - si legge nella nota - il ministero della giustizia, con un’aberrante circolare emessa il 18 gennaio, ha affermato che i giudici di pace e i magistrati onorari di tribunali e procure non hanno neppure diritto di proteggersi, disconoscendo loro il porto d’armi, strumento di autodifesa che la legge riconosce a tutti i pubblici funzionari dello Stato investiti di doveri che mettono a rischio la loro incolumità personale».

«La circolare segue di pochi giorni una sentenza della Cassazione che ha disconosciuto a un giudice di pace, e di conseguenza all’intera magistratura onoraria, il diritto al risarcimento del danno per una malattia contratto nel luogo di lavoro. Secondo il ministero della giustizia e la Cassazione siamo “magistrati che appartengono all’ordine giudiziario”, ma non siamo “magistrati dell’ordine giudiziario” (che differenza passi fra le due terminologie neanche un sofista sarebbe in grado di dirlo): abbiamo gli stessi doveri del magistrato ordinario, ma non abbiamo nessun diritto, svolgiamo le stesse funzioni giurisdizionali ma non possiamo neppure difenderci».
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