Tre Archi sempre più polveriera «Ma quale legalità, serve l'esercito»

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Mercoledì 29 Agosto 2018, 05:04
L'EMERGENZA
FERMO A Lido Tre Archi serve l'esercito. La richiesta dell'amministratrice di condomini che si batte per riportare ordine nel quartiere. Traffici di droga strutturati, gang organizzate. Territorio diviso per etnie, i tunisini hanno il controllo sugli stupefacenti, gli albanesi sulla prostituzione. Il giro d'affari è impressionante e l'ultimo blitz della Questura ha svelato la radice del problema, sempre più difficile da risolvere.
La strategia
Perché le auto civetta usate dalle forze dell'ordine per pedinare e inseguire i malviventi senza insospettirli non funzionano nel quartiere più a rischio del Fermano. Lunedì pomeriggio, dopo che sono andati via gli agenti, sono spuntati come funghi i pusher, si sono rimessi a vendere alla luce del sole, mentre i bambini giocavano a pallone lì vicino. Comunicavano a cenni, senza parlare. Si erano fermati mezz'ora, il tempo del blitz, e ripartite le volanti «hanno ricominciato a spacciare e a ridere» riferisce amaramente una donna che ha assistito alla scena. La signora è una delle poche coraggiose a parlare, tanti hanno paura. Perché da queste parti i regolamenti di conti tra bande finiscono a coltellate o a colpi di machete a giorni alterni. Si è creato un clima di omertà preoccupante, nessuno vuole parlare perché teme ritorsioni.
I controlli
La zona è off-limits e l'aspetto più triste della vicenda è vedere il degrado tra quei palazzi intitolati a letterati, giuristi, politici, cardinali, giornalisti. Vie di una meta turistica, con nomi di personaggi illustri, che balzano agli onori della cronaca per tutt'altro motivo. «Le telecamere non bastano» dice l'avvocato Silvia Iommi, che amministra una quindicina di condomini e fa sapere che, insieme ad alcuni residenti, aveva chiesto all'ex prefetto di Fermo Mara Di Lullo «di trasferire qui l'esercito per tre mesi, ma non abbiamo ottenuto risposta».
La speranza di essere ascoltati ora è riposta nell'attuale titolare dell'Ufficio territoriale di Governo Maria Luisa D'Alessandro. Rassicurazioni da parte del sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ci sono state, la Questura è onnipresente, ma la delinquenza ha preso il sopravvento. Gli spacciatori anticipano le mosse delle forze dell'ordine. Dopo il ponte che collega a Porto Sant'Elpidio e prima della strada per Casabianca ci sono gli informatori e chi deve sapere, sa che poliziotti e carabinieri stanno per arrivare. Si bloccano i lavori e chi spaccia a ogni ora del giorno nei prati, in spiaggia, nel parco di via Bachelet tra gli alberi e le panchine, abbandona le dosi sul terreno. Nasconde e non viene colto con le mani nel sacco, mette in salvo la merce ed evita l'arresto.
Il conteggio
Da tempo si dice che bisogna fare un censimento ma «deve intervenire il Comune con la Questura e i Carabinieri afferma l'amministratrice di condominio - né i proprietari né noi, da soli, possiamo intervenire e rischiare una coltellata».
C'è, insomma, un pentolone da aprire, «io ho tentato più volte senza successo, stavolta abbiamo toccato il fondo, più di così non si può» conclude Iommi. Ma qualcuno ritiene che si stia facendo troppo rumore per nulla. Luciano Romanella, una vita per la politica e per la costa fermana, combattivo da sempre, preferisce il silenzio al momento «non sono questi i problemi del quartiere ma non è questo il momento, nessuno li conosce» taglia corto. I commercianti, più che lanciare appelli, mantengono un profilo basso. Uno solo fa notare a denti stretti il problema ricettazione: «Questi rubano perché c'è gente che compra e vende in nero, delinquenti sono quelli che comprano perché favoriscono furti e rapine». E' una voce fuori dal coro questa, gli altri che hanno l'attività a Tre Archi tendono a smarcarsi «non si può fare di tutta un'erba un fascio» la frase più in voga, «se non dai fastidio non hai problemi» altra considerazione ricorrente. In mancanza di regole vige la legge del più forte.
Il futuro
A questo punto i riflettori si accendono sul bando per le periferie, di cui riferiamo nell'altra pagina. I lavori, per ora stoppati in Parlamento, qui sarebbero necessari non solo a livello urbanistico ma anche sotto il profilo della sicurezza. Non a caso fra gli investimenti previsti è in programma anche un rafforzamento massiccio della videosorveglianza.
Sonia Amaolo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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