«Tanti pentiti di mafia» Allerta del capo dei pm

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Venerdì 28 Dicembre 2018, 05:04
IL CONFRONTO
PESARO Lo ha ribadito anche durate il summit in Prefettura con il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il procuratore generale presso la Corte di appello delle Marche Sergio Sottani ha sottolineato che «le Marche sono territorio di collocazione di numerosi collaboratori e testimoni di giustizia». Cosa che aveva già detto durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, quando aveva aggiunto che «le Marche sono state scelte come luogo di esecuzione di misure alternative alla detenzione o di prevenzione da parte di soggetti appartenenti ad associazioni mafiose». Elemento che «richiede da anni un costante monitoraggio». Quindi, per il procuratore generale - come puntualizza al termine dell'incontro il sindaco Matteo Ricci - questo numero è eccessivo. Lo stesso sindaco ha chiesto di ridurre il numero dei collaboratori di giustizia in città.
Una nuova paura
«Dopo quanto successo, tante persone hanno paura del fatto che ci siano in città persone sotto protezione ha spiegato il sindaco a margine del summit, dopo la conferenza del ministro Matteo Salvini -. Ci auguriamo ovviamente che vengano presi i criminali e che ciò che è avvenuto a Natale non accada mai più. Ora c'è una nuova paura in città. Per questo ho chiesto al procuratore e al ministro di ridurre il numero di persone sotto protezione nella nostra città. È molto importate che lo Stato sia stato presente a Pesaro dopo una vicenda così grave che ha sconvolto la comunità locale. Il ministro ha dato pubblicamente dei messaggi rassicuranti dicendo che Pesaro e le Marche hanno tutti gli anticorpi per reagire e che questo territorio sta molto meglio di altri. In comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza ha detto che se tutta l'Italia fosse come Pesaro avremo molti meno problemi».
Ma il focus ora è sui pentiti. «Sentendo il procuratore generale delle Marche Sergio Sottani è emerso il tema dei collaboratori di giustizia. Sono tanti qui. Ho chiesto di ridurre il numero di pentiti in città, quello che è successo apre scenari nuovi in termini di preoccupazione tra la gente. Ciò che successo ha sconvolto tutti, ci chiediamo se siamo al sicuro sul territorio con queste persone sotto protezione in città e in zona. Quanti collaboratori di giustizia ci sono sul territorio? Non l'hanno detto per motivi di riservatezza, i sindaci non lo sanno, non lo possono sapere».
In prima battuta, Matteo Ricci è stato rassicurato sul fatto che «non si tratta di infiltrazione, i pesaresi stiano tranquilli. Era qui per un regime di protezione. Dopo tanti anni purtroppo l'hanno preso ma poteva succedere ovunque. Qualcosa non ha funzionato, ma per essere chiari, la ndrangheta non è arrivata a Pesaro. E' lo Stato che ha portato qua delle persone per proteggerle dalla ndrangheta, probabilmente perché ritiene questo territorio, come è stato detto anche dal ministro, più sicuro di altri territori, con un tessuto sociale migliore. Però è un fatto che ha cambiato gli scenari».
Il tema infiltrazioni merita un approfondimento del sindaco Ricci. «Sulla criminalità organizzata noi non abbiamo mai abbassato la guardia in questi anni ha detto ancora il sindaco -. Né noi, né le forze dell'ordine, né la Prefettura, con la quale c'è un'ottima collaborazione su tutto, ma il procuratore ha rivendicato il fatto che secondo lui nelle Marche c'è una presenza eccessiva di collaboratori di giustizia. E questo può essere un pericolo». Ultimo tema, le telecamere. «Carabinieri e procuratore hanno riconosciuto alla città una presenza importante di telecamere, che stanno aiutando coloro che devono fare le indagini. In questi anni ci abbiamo investito ed è un elemento di sicurezza in più».
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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