STORIA
La San Lorenzino ricorda gli ebrei perseguitati a cui i dottori Bisulli e Franchini diedero rifugio negli anni della guerra
Nel corso dello stesso pomeriggio è stata inaugurata una targa commemorativa
Un pomeriggio in cui la storia ha fatto da padrona a Cesena per merito della Casa di Cura San Lorenzino che, in compagnia dei discendenti della famiglia ebrea Lehrer, ha ripercorso i fatti risalenti a ottant’anni fa, quando in Italia vennero promulgate le leggi razziali. Dal 1938, anno in cui la clinica fun fondata, fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale l’antisemitismo che dilagò in Europa divise la società tra coloro che appoggiavano la nuova normativa e gli altri che mettendo in pericolo la propria vita decisero di prestare soccorso agli ebrei perseguitati.
Tra i “giusti” cesenati ci sono due medici cesenati, Elio Bisulli, fondatore della San Lorenzino, e Achille Franchini, che offrirono riparo alla famiglia Lehrer in Casa di Cura, “ricoverandoli” come finti malati. Bisulli e Franchini collaborarono poi con il monaco benedettino don Odo Contestabile dell’Abbazia cesenate del Monte, che organizzò la fuga dei Lehrer in Svizzera. La vicenda è riassunta nel libro "Accadde a Cesena" di Paolo Poponessi presentato nel pomeriggio di domenica nei locali della clinica.
In memoria di questi avvenimenti inoltre è stata inaugurata una targa commemorativa alla presenza del sindaco della città Paolo Lucchi, del Rav Luciano Meir Caro, rabbino capo di Ferrara e delle Romagne, di Raffaele Bisulli, amministratore unico Casa di Cura Privata San Lorenzino S.p.A e dello stesso Paolo Poponessi, autore del libro Accadde a Cesena.
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