mercoledì,Maggio 1 2024

Gratteri: «Avevo chiesto gli arresti domiciliari per Oliverio»

Ad Oliverio viene contestato il reato di abuso d’ufficio per fatti relativi al periodo 2015-2016. La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, mentre il gip Distrettuale Pietro Carè ha concesso l’obbligo di dimora nel comune di San Giovanni in Fiore. Le dichiarazioni del procuratore capo

Gratteri: «Avevo chiesto gli arresti domiciliari per Oliverio»

Ad Oliverio viene contestato il reato di abuso d’ufficio per fatti relativi al periodo 2015-2016.

La Dda di Catanzaro aveva chiesto gli arresti domiciliari per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, mentre il gip Distrettuale Pietro Carè ha concesso l’obbligo di dimora nel comune di San Giovanni in Fiore.

Le dichiarazioni del procuratore capo della Dda di Catanzaro

«Parlo con la tristezza nel cuore perché vedo questo rito che continuamente si verifica in Calabria: dover registrare quest’ennesima incompiuta, questo fallimento della ricostruzione della Calabria, che continua a essere, purtroppo ahinoi, l’Africa del Nord» ha detto il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri. «E’ spaventosa – ha aggiunto il capo della Dda – la facilità con la quale alti funzionari della Regione sono pronti e proni al potere dell’uno o dell’altro. L’indagine andrà sicuramente avanti perché dobbiamo approfondire e specificare meglio alcuni aspetti della vicenda».

«L’impresa Barbieri è di riferimento della famiglia di ‘ndrangheta Muto di Cetraro» ha detto Nicola Gratteri, evidenziando che «nel corso delle intercettazioni telefoniche e ambientali, e anche grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, in particolare Ernesto Foggetti, si conferma che la Barbieri costruzione è espressione della ‘ndrangheta».

Rispetto agli appalti, il procuratore si è soffermato sul fatto che «questa impresa è stata l’unica partecipante per le grandi opere quali l’impianto sciistico di Lorica e l’aviosuperficie di Scalea. Si tratta di due opere il cui importo supera i 16 milioni di euro. Questi lavori dovevano essere fatti anche a partecipazione privata, investendo tre milioni di euro, ma sono state usate solo briciole. La cosa che ci ha meravigliato e ci ha fatto accendere i riflettori – ha sottolineato – è che a partecipare a questo bando, con fondi europei, è stata sola la ditta Barbieri. Un’anomalia che ci ha fatto pensare ad interessi di ‘ndrangheta».

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