17-11-2018 ore 20:54 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

‘Riprendiamoci il futuro’, in piazza Duomo il presidio contro lo sfruttamento e il razzismo

In piazza Duomo una manciata di ragazzi arriva alla spicciolata. Sono da poco passate le due e mezza del pomeriggio. Carabinieri e polizia sono dislocati tra il vescovado, via Racchetti e via Marazzi. Davanti all’edicola iniziano a montare un gazebo, piazzano alcuni cavalletti e attaccano cartelli. Una bandiera viene incollata al Torrazzo. La scritta Sinistra classe rivoluzione con un pugno chiuso sventola su via XX settembre, antico rimando alla breccia di porta Pia, al 1870, all’annessione di Roma al Regno d’Italia. Era il Risorgimento. I giovani di oggi si riuniscono attorno ad uno striscione: No Salvini day, ribelliamoci a razzismo e sfruttamento.

 

Il mordente e la quiete

Dalle casse arriva la musica degli Audioslave. Non un pezzo qualsiasi, Shadow on the sun. In piazza passano molte persone: alcune lanciano uno sguardo, altre allungano il passo. Alcuni esponenti politici, giovani quanto loro, sorridono e non condividono. Scattano alcune foto e se ne vanno. Nessun dialogo. Attorno al risicatissimo numero di cronisti ruotano opinioni differenti. Alcuni, inguaribili amanti della quiete ad ogni costo, non resistono e consegnano, biascicata, la loro rabbiosa contrarietà al panorama. Altri son quasi stupiti di ritrovare nei giovani un mordente. Ed evidentemente le identiche battaglie di un tempo. In città soffia ancora il vento. E nell’occasione smuove anche le bandiere rosse di Rifondazione.

 

Immigrati, integrazione e padroni

Si accende un microfono, il presidio entra nel vivo: “Quasi un italiano su tre è a rischio povertà; un minorenne su dieci vive in povertà assoluta. E il problema sarebbero gli immigrati? I migranti, tra torture, violenze e morti abbandonano il sud del mondo spinti dalla miseria, dalla guerra”. Scappano “da regimi dittatoriali spesso sostenuti e finanziati da quei paesi che ora gridano all’emergenza”. La questione è antica: “L’immigrato è il capro espiatorio di un ingranaggio assassino, lo straniero è delinquente, pericoloso, terrorista, ma se c’è da spaccarsi la schiena a costo zero fa comodo al padrone. È inutile parlare di integrazione quando l’unico obiettivo è quello di creare manodopera priva di diritti e garanzie”. Non tutti sfilano veloci. Alcuni si riconoscono nei bisogni: allungano curiosi il naso e le mani. Prendono un volantino (in allegato), annuiscono e ringraziano. Il caffè e lo shopping possono aspettare qualche minuto.

 

Piazza, la bella piazza

La piazza, la bella piazza di Crema si colora. Si accendono le luci. Il blu si fa più intenso. Sotto i portici la bancarella dei libri. Due ragazze straniere si fermano appena attraversato l’arco. Cercano gli scorci di un film famoso nel mondo. Incontrano gli occhi sorridenti di un gruppetto di coetanei. Si capiscono al volo. Del resto questa generazione non concepisce frontiere. Parcheggiano le bici elettriche, tolgono il caschetto, si sistemano i capelli. Richiamano i ricordi. Chiedono una foto. Si mettono in posa. Mostrano due dita e all’unisono, ad alta voce, attirano l’attenzione di tutti: peace! Hanno la foto da portare a casa. Il presidio prosegue. Nel mirino finiscono il Pd, la Lega e i Cinque stelle. “Ci rubano il futuro. No alla politica della paura. No alla politica di questo governo. Ribelliamoci a sfruttamento e razzismo. Riprendiamoci il futuro. Mobilitiamoci per rovesciare questo sistema”. Nella smorfia di una signora molto elegante un disappunto evidente. Par di capire che il Rinascimento, fosse per lei, non sarebbe ancora iniziato.

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